Lavoro con Medici con l’Africa Cuamm da ormai dieci anni. Mi piace quello che faccio: è quello per cui ho studiato e che ho sempre voluto fare, gestire progetti di intervento sanitario nel mio paese. Di certo ci sono molte sfide da affrontare in Uganda, ma posso contare su un buon lavoro di squadra.


 

I risultati

I risultati del nostro lavoro in Uganda sono molto buoni e penso che uno dei motivi stia nel fatto che cerchiamo sempre di collaborare con le realtà esistenti, mettendo in campo progetti che rispondano alle vere esigenze dalla popolazione, in modo che la gente si fidi e si rivolga alle strutture in cui andiamo a operare. Per fare degli esempi molto chiari: quando nel 2007 abbiamo cominciato a lavorare nel distretto di Oyam, solo il 14% dei parti avvenivano nelle strutture sanitarie, ora sono il 65%. È una trasformazione enorme nelle abitudini della gente, una prova anche del rafforzamento del sistema sanitario del distretto che deriva dal fatto che siamo capaci di garantire servizi efficaci. In Karamoja nel 2006 avevamo la stessa percentuale di parti nelle strutture sanitarie: solo il 14%. Nel 2015 abbiamo raggiunto il 53% e molti altri indicatori sono cambiati.


 

Capire le persone

Io sono ugandese, sono nato e cresciuto in Karamoja e questo in un certo modo mi facilita nel lavoro. Non tanto perché, come si potrebbe pensare, sia per me più facile farmi capire e accettare dalla gente, ma perché io capisco loro. So come muovermi, come le persone ragionano, le cose di cui hanno bisogno. Per esempio, come Medici con l’Africa Cuamm, lavoriamo per migliorare l’amministrazione dei centri sanitari e la preparazione dello staff, forniamo l’equipaggiamento e facciamo delle attività di supervisione frequenti: questa è la gestione dell’offerta dei servizi alla popolazione. Ma lavoriamo anche sulla domanda, affrontando le cause che fanno sì che le donne non vogliano venire a partorire nelle strutture sanitarie.

Quindi forniamo alle donne dei voucher per il trasporto gratuito in ospedale nel momento del parto, ma lavoriamo anche sulle questioni che riguardano le pratiche e credenze tradizionali legate alla nascita. Parliamo con le levatrici tradizionali, che fanno da sempre partorire le donne nei villaggi, le rendiamo consapevoli dell’importanza di far venire le donne a partorire in struttura e, dall’altra parte, il personale della struttura è formato per far sentire le donne a proprio agio nel momento del parto. In Uganda le donne sono abituate a partorire da accovacciate: noi quindi le facciamo partorire su dei “cuscini per parto”, in modo da rispettare le loro abitudini, ma in un ambiente medicalizzato, sicuro. Così, nell’ultimo anno abbiamo registrato 5.000 parti con il “cuscino per parto”.


 

La Karamoja

La Karamoja è la regione a Nord-Est dell’Uganda dove sono nato e cresciuto. Non ci vivo più da molti anni, perché da ragazzo ho avuto l’occasione di spostarmi in capitale per studiare e poi lì con mia moglie ho costruito la nostra famiglia: abbiamo sei figli, tra i tre e i vent’anni. In Karamoja è rimasta però la mia famiglia d’origine, e da quando lavoro con Medici con l’Africa Cuamm ci torno spesso per i progetti che portiamo avanti.

Negli anni questa regione è molto cambiata, in maniera apprezzabile. Sono arrivate le infrastrutture: le strade, la rete elettrica, più scuole dove finalmente poter mandare i bambini. Questa è una regione che un tempo era considerata pericolosa, ma è bello poter osservare queste novità. Certo, c’è ancora molto da fare: gli abitanti sono per lo più contadini ancora molto poveri e i servizi sanitari possono solo migliorare, ma è un posto bellissimo. Spesso le persone hanno paura ad andarci, ma una volta che la scoprono se ne innamorano e non vogliono più andarsene.

 

Peter Lochoro
Rappresentante paese di Medici con l’Africa Cuamm in Uganda

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