Lo scorso 20 aprile il governatore e il ministro della sanità del neonato stato sud sudanese del Gok hanno visitato l’ospedale di Cueibet , elogiando le attività che Medici con l’Africa Cuamm sta portando aventi da luglio 2014 e l’impegno dimostrato dal personale espatriato al fianco degli operatori sanitari locali.

“Entrambi – ha dichiarato Stefano Dacquino, a Cueibet come specialista in Medicina Interna e d’Urgenza, – hanno promesso di sostenere l’ospedale e ci hanno richiesto di elaborare una bozza di piano operativo per i prossimi cinque anni. Hanno detto che nei prossimi mesi arriveranno a Cueibet dei giovani medici sud sudanesi, a cui dovremmo affiancarci come esperti e consiglieri. Infine ci hanno informato sul fatto che presto a Cueibet verrà individuato un lotto di terreno ove il Cuamm potrà edificare il proprio quartier generale e le residenze per il personale espatriato. Tutti, a Cueibet, auspicano una presenza stabile e duratura da parte del Cuamm“.

 Il contesto di Cueibet

Da un paio di mesi, Cueibet non è più una contea dello Stato dei Laghi, ma è diventata uno stato autonomo: il Gok appunto, che significa “regione delle dodici tribù”.

“Il nuovo governatore – racconta il dr. Dacquino –  sta nominando i membri della sua amministrazione: ministri, direttori generali, capi dipartimento, ecc. Il tutto, però, solamente sulla carta, poiché mancano le risorse e gli edifici destinati ad accogliere i nuovi funzionari per far partire la nuova organizzazione del neonato Stato. Si dice che il governo nazionale, distribuirà dei finanziamenti a partire da luglio. Fino ad allora non so cosa le nuove amministrazioni locali potranno fare. In compenso i militari hanno iniziato a stabilizzare la regione: non risulta, infatti, che nel Gok State, siano avvenute sparatorie o rapine di una qualche rilevanza.”

Oltre ad essere ancora incerto lo scenario politico per il nuovo stato, restano da risolvere molte problematiche già preesistenti. Cueibet è una regione isolata nel cuore del Sud Sudan; è abitata esclusivamente da persone della tribù dei Dinka, etnia principale del Paese, cui appartiene anche il presidente Salva Kiir. Stefano Dacquino aggiunge:

“Le comunicazioni sono difficili perchè non esistono strade; l’unica carreggiabile, che parte dall’Uganda, attraversa tutto il Sud Sudan fino ad arrivare a nord al confine con il Sudan ma è percorribile solamente durante la stagione secca. Da maggio a novembre si trasforma in un fiume di fango, diventando così inagibile”.

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