Poteva sembrare una festa uguale a quella di tutti gli anni, ma ciascuno sapeva che non era così. La musica, i canti, le danze, la festa, erano gli stessi, ma la ferita aperta nei mesi scorsi, è ancora da rimarginare. Eppure la vita è così, va avanti, sempre. E avanti, puntano lo sguardo i 25 giovani mozambicani che, sabato 15 giugno, a Beira, si sono laureati in Medicina. Guardano a un futuro migliore e di speranza, buttandosi alle spalle la distruzione, la paura e la morte seminata, dal ciclone Idai

che, lo scorso marzo, ha devastato gran parte della loro città. Sono 1.850.000 le persone colpite; oltre 600 morti; 130.000 gli sfollati, il 90% della città è stato distrutto. Il bilancio è stato molto pesante.

Le strutture dell’Università cattolica del Mozambico sono state gravemente danneggiate. Distrutto il tetto, danneggiate le aule, la biblioteca, i laboratori, con tutto il materiale didattico e l’attrezzatura. Gli studenti per primi si sono dati da fare per rimuovere le macerie e rendere gli spazi agibili. Nell’ultimo periodo hanno fatto lezione e studiato all’aperto.

Eppure sabato si è voltata pagina. Nei loro occhi si legge la gioia immensa di chi ce l’ha fatta, di chi ha raggiunto un traguardo e adesso si apre a una nuova vita.

Così Elma dice: «È stata una grande sfida per me e ora finalmente posso dire di aver realizzato il mio sogno: fare il medico. Ho dovuto superare grandi difficoltà, ma grazie all’aiuto di Dio, della mia famiglia e dei miei amici, ce l’ho fatta. Ora la mia speranza più grande è quella di poter aiutare gli altri, come professionista della salute, migliorando il servizio offerto ai malati e contribuendo a rendere più efficiente il sistema sanitario del Mozambico!».

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La cerimonia si è svolta in una scuola della città, alla presenza del Vescovo dalla Zuanna, del rettore padre Ferreira, del Sindaco della città, Deviz Simango e di tanti amici e familiari.

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Medici con l’Africa Cuamm sostiene la Facoltà di Medicina dal 2007 garantendo, negli anni, sia un sostegno concreto alle strutture (aule, laboratori), sia all’equipaggiamento dei materiali utili per la didattica (libri, computer…). Significativo anche il supporto alla didattica con alcuni moduli di insegnamento gestiti da medici del Cuamm e il sostegno di numerose borse di studio per studenti meno abbienti. Fino ad oggi, il Cuamm ha contribuito a formare 353 medici per il Mozambico.

«Non posso che leggere questo momento di gioia come un simbolo di una rinascita necessaria, di una straordinaria resilienza di una popolazione di giovani che, pur avendo vissuto un evento così tragico come quello del ciclone Idai, si è rimboccata le maniche, spazzando via, letteralmente, le macerie dei tetti caduti della loro università per ricominciare a studiare con l’obiettivo di laurearsi e poter ricominciare a vivere una vita “normale”, piena di speranze e di quell’entusiasmo tipico dei giovani di ogni parte del mondo», conferma Giovanna De Meneghi, coordinatrice dei progetti del Cuamm in Mozambico.

Aiutaci a sostenere l’Università Cattolica del Mozambico e i suoi coraggiosi studenti.

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