Essere “con” è una scelta profonda che il Cuamm ha fatto propria. Il “con” è diverso dal “per”, implica una condivisione di valori, un’adesione interiore, un camminare a fianco senza calare nulla dall’alto, allo stesso passo, fare fatica insieme, affrontando le difficoltà e quello che si presenta, giorno dopo giorno. Essere “con” è faticoso, talvolta è proprio difficile. Spesso devi mettere da parte la tua conoscenza e il tuo io. Richiede tanta pazienza, soprattutto, chiede ascolto e umiltà.

«Grazie dott. Giovanni perché ci insegni come essere da esempio per gli altri. Lo stesso ho imparato da Valerio, l’unico responsabile paese che durante la crisi è rimasto con noi e ha visitato ogni posto del Sud Sudan, via terra. Lo stesso sentimento di riconoscenza sento anche per Chiara e don Dante. Mi avete dato il coraggio di lavorare qui, dove ci sono sia i ribelli di Kediba che i loro nemici. Gloria e onore a voi. Che Dio vi benedica».

 A scrivere questo messaggio è Paul O. Abiodun, nigeriano, responsabile dell’intervento del Cuamm nella contea di Mundri East. La fiducia del personale è uno dei maggiori riconoscimenti. È il segnale che si sta percorrendo la strada giusta. E così, con gioia condividiamo i ringraziamenti che giungono dalle autorità locali, come nel caso di John Chol, sud sudanese, membro dell’ufficio sanitario di Rumbek Centro.

«Queste foto dovrebbero essere inviate a tutte le Ong che sono presenti in questo paese e che affermano che stanno aiutando i sud sudanesi a cambiare la loro vita, così che vedano con i loro occhi e sappiano che lo spirito di fratellanza e di cambiamento non deve essere solo nelle parole, ma nel cuore e nei gesti che compi, perché la gente creda davvero. Benedetta è la gente che rischia la propria vita per realizzare quello che ha scritto nei propri progetti d’intervento. Lunga vita al Cuamm in Sud Sudan, lunga vita al dottor Valerio del Cuamm, lunga vita al dottor Giovanni, lunga vita a tutti i responsabili paese del Cuamm…».

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Sono parole che ci danno la forza e la voglia di andare avanti. Così come ci racconta Giovanni Dall’Oglio, un medico Cuamm con una lunga esperienza in Africa. Lavora nei posti più sperduti e difficili, fa sanità pubblica. Va nei villaggi a incontrare la gente, a formare il personale locale, a supervisionare che il lavoro venga svolto in modo corretto. Dal Sud Sudan ci manda queste foto emblematiche del tragitto da Yirol ad Aluakluak, di un viaggio difficile, di strade impraticabili che si possono percorrere solo a piedi, in bicicletta o in moto. Eppure continua il proprio lavoro quotidiano, nel silenzio e nell’anonimato. Così come tutti gli altri oltre 800 operatori impegnati in Africa, con il Cuamm. A commento delle foto, Giovanni cita una famosa frase di John Garang: “La visione e la politica dello Splm – diceva– dovrebbe essere di portare la città verso la gente, nelle campagne piuttosto che la gente verso le città”.  Così, via via, sempre più lontano, sempre più immersi nell’ultimo miglio di questa terra.

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