Sabato 9 luglio il Sud Sudan festeggia i primi cinque anni di indipendenza. Il 9 luglio del 2011, dopo anni di tensioni e in seguito a un regolare referendum, il paese con capitale Juba si separa dal Sudan, divenendo quello che ancora oggi è il più giovane Stato del mondo. È stato un momento storico, carico di aspettative per la popolazione locale e anche per noi, dal 2006 presenti nel paese.

Tra dicembre 2013 e aprile 2016 però una nuova guerra civile ha coinvolto la fazione capeggiata dal presidente Salva Kiir e quella del suo ex vice presidente Riek Machar, bloccando il processo di sviluppo del Sud Sudan. Finalmente ad aprile di quest’anno si è messo ufficialmente fine al conflitto, con il reintegro di Riek Machar nella sua carica di vice presidente di Salva Kiir, nel quadro del governo di unità nazionale previsto dagli ultimi accordi di pace.

«Non sono stati anni facili e adesso speriamo davvero che la situazione si stabilizzi – spiega don Dante Carraro – perché le guerre civili indeboliscono il tessuto sociale e ciò che i conflitti lasciano alle popolazioni sono miseria, una rete sociale e di lavoro quasi inesistente, l’indebolimento delle forme di aiuto. Ed è così che un paese già fragile sembra andare in pezzi. Noi del Cuamm però non ce ne siamo andati, anzi: siamo rimasti a fianco della popolazione, per garantire l’accesso alle cure a tutti, ma soprattutto alle mamme e i bambini, i più deboli tra i deboli. Nel 2015, nelle strutture in cui operiamo nel Paese, abbiamo curato 426.000 persone, di cui oltre 156.800 bambini al di sotto dei cinque anni. Tra ospedali e strutture periferiche da noi supportate siamo stati in grado di assistere 6.583 parti e di sottoporre quasi 20.000 future mamme alla prima visita prenatale».

Numeri che rispecchiano l’espansione dell’area di intervento del Cuamm, in risposta all’aumentare del bisogno. Oltre 900.000 persone oggi possono fare affidamento sui servizi sanitari garantiti dal lavoro dei 700 operatori locali e internazionali impiegati in Sud Sudan con il Cuamm, dove il sistema sanitario nazionale è praticamente inesistente.

«Il quinto anniversario dell’indipendenza dovrebbe essere una tappa importante per la nazione più giovane del mondo, un momento di orgoglio e di unità nazionale – spiega Valerio Granello, rappresentante Paese a Juba di Medici con l’Africa Cuamm –. Quest’anno però non sono previste celebrazioni. Il Ministro per l’Informazione di recente ha comunicato che i fondi saranno destinati a contribuire a colmare il gap per pagare i salari dei dipendenti pubblici, che in molti casi non sono pagati da febbraio, per il contesto di profonda crisi economica in cui si trova il paese».

Per approfondire

«È necessario agire bene e in fretta per produrre sviluppo, idee, creatività. È una bella scommessa».

Pochi giorni dopo la nascita del Sud Sudan, il dr. Enzo Pisani, medico con una profonda esperienza di Africa, all’epoca capo-progetto a Yirol, commentava il clima del Paese: leggi qui la sua intervista.

 

Scopri di più sulla storia del Cuamm in Sud Sudan

 

Related News