Ikuna è un villaggio degli altipiani meridionali della Tanzania, si trova nel distretto di Njombe a circa 60 km dalla cittadina capoluogo, dove si trovano l’unico ospedale e la strada asfaltata. È una zona montagnosa, piove molto e la temperatura, nei mesi invernali, arriva anche a 5/6 gradi. Gli abitanti vivono di agricoltura di sussistenza, coltivando mais, fagioli e patate. È un lavoro durissimo, fatto a mano con attrezzi rudimentali, dove davvero il sostentamento è il diretto risultato del lavoro delle braccia. Da questi villaggi in molti, soprattutto giovani, partono in cerca di un lavoro retribuito, che consenta di migliorare almeno un poco le loro condizioni e quelle dei famigliari a casa.
Mary (il nome è fittizio) è una ragazza di 17 anni, che come molte ha accettato, anche su richiesta del padre anziano e malato, un lavoro come donna di servizio nella megalopoli Dar es Salaam, città sulla costa a circa 800km dal piccolo villaggio di Ikuna: un universo alieno per una ragazza che non era mai stata nemmeno a Njombe, capoluogo di distretto. A Dar es Salaam Mary rimane incinta, ma preferisce non rivelarlo a nessuno. Nella cultura swahili la gravidanza è qualcosa da tenere celato sino alla fine, da custodire gelosamente. Mary dunque continua a lavorare durante tutta la gravidanza, non ha molto tempo per prendersi cura di sé e solo pochi giorni prima del parto riparte da sola, in autobus, per un viaggio di circa 10 ore, per tornare a casa. A Njombe, in città, nella prima settimana di luglio partorisce un maschietto, che chiameremo Thomas.Solo allora avvisa il padre, unico familiare rimasto, e ritorna ad Ikuna con suo figlio, nato di circa 2,5 kg.
La famiglia di Mary vive in estrema indigenza, il padre, malato e non più in grado di coltivare, non riesce ad aiutare la figlia che, forse a causa di troppa stanchezza, non ha latte, e non riesce dunque a nutrire il suo bimbo. I Community Health Workers (operatori di salute comunitaria) attivi nel villaggio di Ikuna, sostenuti da Medici con l’Africa Cuamm nell’ambito del progetto di lotta alla malnutrizione acuta finanziato da Unicef, monitorano il peso e la crescita di tutti i bambini del villaggio, ma di Thomas non sanno nulla sino a qualche settimana dopo il rientro di Mary al villaggio.
La maternità in Africa è un’esperienza delicata e Mary ha deciso di non farsi vedere, di non parlare con nessuno.
La maternità in Africa è un’esperienza delicata e Mary ha deciso di non farsi vedere, di non parlare con nessuno. Vive con suo figlio ed il padre in una capanna di terra e tetto di paglia su una collina distante dalle altre abitazioni, dove i contatti sono sporadici e comportano lunghe camminate. Dopo circa un mese, Joseph, uno dei due operatori sociali supportati dal Cuamm ad Ikuna, viene a conoscenza della presenza di un neonato in quella capanna lontana, e con la bicicletta fornita dal progetto, si reca da Mary per verificare lo stato di salute del bambino. Lo osserva, lo pesa e lo misura, come ha imparato a fare grazie ai training ai quali ha partecipato e si rende conto che il bimbo non solo non cresce, ma anzi perde peso. Dopo circa un mese dalla nascita, il bimbo pesa 1,7 kg. Joseph parla con Mary e suo padre, spiega loro che il bimbo deve essere portato subito in ospedale. Insieme al sindaco del villaggio, coinvolto nel progetto, organizzano un modo per far ritornare Mary e Thomas a Njombe, nell’ospedale regionale dove ci sono i medici tanzaniani formati dal Cuamm, con le competenze ed il latte terapeutico necessario per trattare la malnutrizione acuta.
Mary e Thomas vengono ricoverati immediatamente ed il bimbo subito sottoposto a trattamento: rimangono in ospedale circa due settimane e nel frattempo, grazie al supporto dei medici ed al riposo meritato, Mary comincia ad allattare il suo bimbo. A fine luglio, durante le consuete supervisioni dei CHWs, casa per casa, per monitorare il peso dei bambini, Joseph si reca nuovamente da Mary e con estremo piacere vede Thomas cresciuto ed in condizioni nettamente migliori: ora il bimbo pesa 5,2 kg e nonostante le difficoltà, cresce costantemente.
Casi come quello di Mary e Thomas sono purtroppo ancora molti nell’odierna Tanzania rurale.
Molto probabilmente senza la rete di operatori sociali supportati dal Cuamm, il piccolo Thomas e sua madre Mary non sarebbero mai stati accompagnati in ospedale, e non avrebbero mai beneficiato delle cure e degli strumenti messi a disposizione dal progetto. Casi come quello di Mary e Thomas sono purtroppo ancora molti nell’odierna Tanzania rurale. Medici con l’Africa Cuamm si impegna quotidianamente nel rafforzamento del sistema sanitario nazionale tanzaniano, al fine di identificare, nei contesti più difficili da raggiungere, le migliaia di bambini come Thomas affetti da malnutrizione acuta, e riferirli alle strutture dove possono ricevere le cure di cui necessitano.
Il Cuamm lavora su più fronti: per combattere le cause della malnutrizione (che non sono solo mancanza di cibo, ma anche – più spesso – ignoranza dei principi igienici e nutrizionali basilari); ma anche per fornire pronta assistenza a chi non ha il tempo di attendere che le condizioni generali del contesto migliorino.
Mary e Thomas stanno meglio, e verranno costantemente monitorati dalla rete dei Community Health Workers. Ad oggi il Cuamm supervisiona una rete di circa seicento operatori di salute comunitaria dislocati in circa trecento villaggi di due regioni della Tanzania rurale, supporta nove ospedali distrettuali, venticinque centri di salute e diciotto dispensari maggiori, dove il personale sanitario locale è stato formato a riconoscere e trattare la malnutrizione acuta nonché a somministrare in modo appropriato il latte terapeutico e a mettere in pratica protocolli medici adeguati.
Medici con l’Africa Cuamm lavora affinché Mary e Thomas possano crescere insieme, come ogni madre e bambino meritano; affinché casi come il loro siano sempre meno frequenti, sino a scomparire del tutto. Può darsi quest’ultima appaia una considerazione ingenua ed utopistica, ma rappresenta il significato ultimo del lavoro che il Cuamm porta avanti ogni giorno. Un impegno duro e ostinato, per non arrendersi ad uno stato di cose in base al quale per Thomas non ci sarebbero state possibilità di crescere.
Edoardo Occa,
coordinatore degli interventi di salute comunitaria per CUAMM in Tanzania