Sono stato medico volontario per due mesi all’ospedale San Luca di Wolisso, in Etiopia. Alla partenza, prima di chiudere la valigia, insieme al mio camice, fonendoscopio e saturimetro (e Parmigiano per chi in Italia non tornava da mesi) ho messo dentro anche delle squadre, un filo a piombo e una livella. Obiettivo: realizzare una meridiana sul muro dell’ospedale.
Sono arrivato in Etiopia il 14 del mese di Megabet del 2008 (secondo il calendario europeo corrisponde al 13 marzo 2016) e tra un paziente e l’altro sono riuscito a iniziare il mio lavoro di gnomonista!
Costruire una meridiana a Wolisso
Per costruire la meridiana ho chiesto aiuto al capo dell’officina manutenzione dell’ospedale, Sambatù, che significa nato di domenica (“Sunday”). Le ferramenta a Wolisso ci sono, ma di punte o scalpelli neanche l’ombra. In una il commesso mi dice: “Ma perché ti ostini a volerli comprare quando possiamo farli?” , chiude il negozio, una baracchetta di lamiera, e mi obbliga a seguirlo. Prendiamo un bajaji, una specie di taxi a tre ruote. Ci fermiamo davanti ad un cancelletto di legno, lo apro: una forgia! In dieci minuti e per soli 30 birr ho la mia punta, con tanto di tempra a regola d’arte.
Come valido aiutante nei lavori, nei consigli estetici e perché no, anche come facilitatore nelle pubbliche relazioni, il caso mi ha regalato un amico, uno studente di Medicina, Camillo, figlio di una coppia di eminenti Astrofisici dell’ESA, di cui il padre pure gnomonista!
Nulla ti turbi, Lui non tramonta
Una volta costruita la meridiana, ben visibile dal cancello principale dell’ospedale, è arrivato il momento di scegliere la scritta. Non è stato difficile pensare ad una frase, infatti era già da tanti anni che io e mio padre ci ripromettevamo di usare, se avessimo avuto l’occasione di fare una meridiana su un edificio religioso, il motto “Nulla ti turbi, Lui non tramonta”.
Dopo una serie infinita di tentativi di traduzione, più o meno letterali, fatti da amici in Etiopia e in Italia, dove ognuno diceva l’opposto dell’altro, ho deciso di lasciar perdere l’inglese e scriverlo solo nella lingua locale.
La traduzione ufficiale, chiaramente rimaneggiata, è avvenuta per mano di un ottimo health officer, al ristorante, mangiando injera (pane tipico della cucina etiope) e scritta rigorosamente su un tovagliolo di carta. La traduzione della traduzione suona più o meno così: “Nonostante il giorno diventi notte, non aver paura, Dio è sempre con te”.
Da medico mi sono sentito di utilizzare un motto che richiamasse a quel senso di inquietudine propria del malato, all’apprensione per il tramonto, ma anche alla speranza, alla fiduciosa attesa di un’alba di guarigione.
Il motto ha due “segreti”. Il primo è nella parola stessa Dio, che in amarico (lingua ufficiale dell’Etiopia) è composta dai nomi delle Persone della Santa Trinità: Figlio, Padre e Spirito. Il secondo è semantico, la parola “tramonto” è stata tradotta con un vocabolo che indica proprio il passare metaforicamente dalla luce alle tenebre. Le reazioni della gente non appena leggeva la frase non hanno tardato ad arrivare. Non potevo lavorare dieci minuti senza che qualcuno, interessato, mi chiedesse spiegazioni.
Il tempo a servizio degli ultimi
La cosa che più mi ha colpito è stata la commozione che traspariva alla lettura del motto. Ma non solo, il commento non era “beautiful” (bellissimo) o “nice” (carino), era sempre “it’s true” (è vero).
La meridiana segna dalle ore 7 alle ore 12 trascorse dall’alba, la linea del Mezzogiorno locale e la linea del 18 Ottobre del calendario occidentale, giorno di San Luca, al quale l’ospedale è intitolato.
L’orologio è dedicato alla memoria di Don Luigi Mazzucato, a ricordo di come ha speso la propria Vita e… il proprio Tempo, al servizio di sani ed ammalati.
Francesco Baggio