Il quattro dicembre 2015 la comunità di Ayanmayar, un villaggio nello Stato dei Laghi in Sud Sudan, ha festeggiato l’inaugurazione di un nuovo centro di salute. Era presente il ministro della salute regionale, insieme alle più alte cariche della zona e a numerosi beneficiari, in una cerimonia colorata e rallegrata da canti e danze tradizionali. I prolifici discorsi che amano e sanno fare bene i sud-sudanesi non sono mancati, come d’altro canto il sacrificio di una mucca come rito ben augurante.
La cerimonia si è svolta a sette mesi dall’inizio dell’intervento del Cuamm nella contea di Rumbek East. La violenza tra clan predomina in quest’area del paese e ne condiziona la vita quotidiana e lo sviluppo. La storia stessa della comunità di Ayanmayar è caratterizzata dalla violenza. Per garantire la propria sicurezza, la comunità era migrata dalla località di Malou verso Ayanmayar, una ventina di chilometri più distante, spostando anche tutte le strutture d’appoggio: scuole, polizia e centro di salute, quest’ultimo ha mantenuto il suo nome originario, Centro di Salute di Malou, in tutti i registri ufficiali.
La località d’Ayanmayar è la più lontana dall’ufficio sanitario della contea, la popolazione è composta per la maggioranza di allevatori, come tutto il nostro personale: un infermiere, un’ostetrica tradizionale, un responsabile delle vaccinazioni, un’igienista e un guardiano. Trovare staff qualificato è un grave problema per tutta la contea.
Anche l’accesso alla località non è facile, per di più: lo stato della pista peggiora rapidamente durante la stagione delle piogge e la macchina s’impantana continuamente. A complicare le cose, una foresta disabitata di quasi cinque chilometri separa Ayamayar dalla località più vicina di Wulu, in una regione caratterizzata dalla savana. Pensando che la foresta avrebbe protetto il bestiame dai rapinatori, la popolazione ha scelto cinque anni fa questa zona isolata, ma la foresta si è trasformata in un rifugio per criminali armati, spesso pericolosi.
L’inaccessibilità della zona ha portato a gravi conseguenze per la salute delle donne incinte e i bambini e a problemi nella fornitura di farmaci alla struttura. Senza dimenticare che prima del nostro arrivo, “la struttura” era una capanna senza pavimento e parzialmente coperta da un tetto di paglia, condizioni che certo non permettevano di conservare grandi quantità di farmaci e offrire delle cure adeguate ai pazienti.
Un centro di salute costituiva una priorità fondamentale di cui il Cuamm, attraverso un finanziamento del Health Pooled Founf, si è fatto carico.
In un tale contesto, un centro di salute da solo non poteva bastare a migliorare le condizioni di salute della popolazione: nelle fasi di costruzione abbiamo avviato delle attività di mobilizzazione comunitaria e supervisione per migliorare l’accesso alla struttura, sfatare credenze popolari e avvicinare le donne incinte all’assistenza pre-parto. Insieme alla comunità abbiamo costruito un comitato di salute composto di dodici membri del villaggio, tra i quali quattro donne.
A fine novembre abbiamo terminato i lavori: una sala parto, una sala post parto, una per le visite mediche, una per le vaccinazioni, un deposito e le toilette per donne e uomini.
Il giorno dell’inaugurazione il discorso di una donna ci ha toccati tutti: i suoi ringraziamenti sono andati a tutti quelli che hanno contribuito a mettere fine al calvario di donne e bambini. Il ministro della salute si è congratulato con il Cuamm per il suo intervento esemplare nella contea, di cui lui stesso è originario, ma ha anche esortato i suoi concittadini a prendersi cura del nuovo centro. Poi è arrivato il momento del taglio del nastro tra gli applausi della folla e la preghiera del gruppo delle donne. Il ministro ha visitato le strutture esprimendo soddisfazione.
Frederic Kalombola – Capo progetto a Ayanmayar