Carissime/i,

la porta spalancata di una chiesa, la cattedrale. L’ha aperta Papa Francesco quasi 3 anni fa, a Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana.

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In quel giorno solenne, il Papa si è caricato sulle spalle le umiliazioni e i dolori degli ultimi e li ha portati con sé, dentro il tempio, non più stranieri e lontani ma carne della nostra carne. Ha allargato le braccia e li ha stretti a sé perché “figli prediletti”. Una sferzata alla Chiesa e al nostro mondo benestante, indifferente e arrabbiato. Non possiamo far finta che non esistano, non possiamo pensare che non ci riguardino. La Repubblica Centrafricana, un paese grande due volte l’Italia con 5 milioni di abitanti, di cui 1 in capitale, e solo 400 chilometri di strade “asfaltate”. È al 188° posto su 188, nella graduatoria che mette in fila i paesi in base all’Indice di sviluppo umano. In alcune aree rurali la copertura vaccinale dei bambini non supera il 10% e il numero delle persone HIV positive è di circa 130.000 di cui solo la metà è in trattamento. A parte Bangui, ci sono 6 ospedali regionali, senza acqua ed energia, il personale è scarsissimo e poco preparato, manca totalmente un sistema di ambulanze per il trasporto dei casi gravi, la mortalità delle mamme e dei bambini è elevatissima.

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Ci sono 4 pediatri locali in tutto il Paese e due di questi in capitale, nell’unico ospedale pediatrico pubblico esistente. Il “complesso pediatrico di Bangui” ha 270 posti letto, pazienti ammassati l’uno sull’altro, un reparto e una sala chirurgica dignitosi (grazie all’aiuto dell’Unione Europea e della Cooperazione Italiana) e una sezione medica allo sbando.

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Papa Francesco l’ha visitato e ha voluto fare la propria parte ricostruendo totalmente il reparto malnutriti e aiutando l’ospedale in toto. L’ha fatto attraverso il “suo ospedale pediatrico”, il Bambino Gesù e la sua Presidente, la dottoressa Mariella Enoc.

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Sono stati questi ultimi a chiedere l’aiuto e l’intervento del Cuamm. Dallo scorso 1 luglio abbiamo iniziato.

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Una mamma è accanto al suo bambino in un letto del complesso pediatrico di Bangui. Dentro all’abbraccio di questa mamma sogno di vedere l’abbraccio del mondo a questa povera Africa martoriata, e vedo concretamente l’abbraccio del Cuamm a Bangui e a questo nuovo paese. Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti per allargare sempre più il nostro abbraccio.

Con affetto, grazie di cuore!
D. Dante

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