«Ieri tutto il giorno in jeep: dodici ore di pista per arrivare a Juba da Yirol Hospital. Si cammina a passo d’uomo, caldissimo, sudore, tanta polvere rossa e infiniti crateri da attraversare… C’è da divertirsi! Ringrazio il Buon Dio per il “bene” che ho incontrato in questi giorni in Sud Sudan, nonostante la recente insicurezza, le poche risorse, le tante fatiche e sofferenze della gente!»

A scrivere è don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm che in queste ore sta rientrando dal Sud Sudan. Ha incontrato persone, stretto mani, intercettato sguardi carichi di bisogno e di speranza. Ha conosciuto storie e volti che ti entrano dentro e lasciano un segno indelebile.

Un fitto programma di appuntamenti che gli ha permesso di visitare le sedi dei progetti del Cuamm in Sud Sudan, di incontrare lo staff impegnato sul campo e diverse autorità locali, con l’obiettivo di toccare con mano la precaria realtà del paese e portare supporto ai medici e cooperanti impegnati all’ultimo miglio del sistema sanitario del più giovane Stato del mondo.

Indipendente dal 2011, il Sud Sudan negli ultimi anni – dal dicembre del 2013 – ha visto lo scontro tra due fazioni, una capeggiata dal presidente Salva Kiir e l’altra dall’ex vice presidente Riek Machar. Un conflitto interno a cui si è messo ufficialmente la parola fine solo un mese fa, il 27 aprile, quando Riek Machar, tornato in patria dall’Etiopia, ha ripreso la sua carica di vice presidente del paese. Nel mezzo dispute, atti di guerriglia, persone costrette a sfollare e l’allarme carestia lanciato dalla FAO.

Oggi è in corso la riorganizzazione amministrativa del Sud Sudan, passato ad una confederazione di 28 Stati dagli originali 10, un cambiamento voluto dal presidente Salva Kiir a fine 2015. Finalmente la pace sembra possibile e si deve lavorare per renderla solida e duratura, intessere relazioni e collaborazioni, per il bene di tutti.

Medici con l’Africa Cuamm non ha mai lasciato il paese e nei giorni scorsi don Dante Carraro è stato in visita all’ospedale di Cueiebet e ha incontrato il ministro della Salute di Gok, uno dei nuovi Stati istituti alla fine del 2015, dove si trova l’ospedale in cui opera il Cuamm. Anche qui, buoni i risultati raggiunti grazie all’impegno di persone motivate e competenti. Racconta don Carraro:

«Cueiebet Hospital: le mamme hanno iniziato a partorire nella nuova maternità, (ad aprile i parti sono stati 94), la sala operatoria funziona (15 cesarei ad aprile), la pediatria è zeppa di bambini».

Nei giorni precedenti don Dante aveva visitato l’ospedale di Lui, al centro dell’emergenza sfollati nei mesi scorsi e rimasto sempre operativo.

Ultima tappa del viaggio: l’ospedale di Yirol, il primo luogo di intervento di Medici con l’Africa Cuamm nel 2006:

«Yirol Hospital: i parti assistiti nel 2015 sono stati oltre 1400 (5 anni fa erano appena 400), la pediatria è zeppa zeppa di bambini, c’è addirittura una minuscola unità neonatale: piccoli grandi miracoli che capitano quando c’è dedizione e passione, intelligenza e ostinazione, e si lavora con

Proprio a Yirol, infatti, nel 2016 Medici con l’Africa Cuamm ha aperto un nuovo reparto di neonatologia e una casa d’attesa per le future mamme: due importanti passi in avanti nel lungo cammino per la tutela della salute materno-infantile nelle zone più povere e isolate del paese. Sempre a Yirol si lavora nell’ospedale e a livello territoriale nella prevenzione e nella cura dell’Hiv/Aids. Sono stati questi i temi al centro di un incontro tra il ministro della Salute del neonato Stato di Eastern Lakes e don Carraro stesso.

Nuove e importanti sfide ora aspettano il lavoro del Cuamm, in particolare, l’impegno per il lavoro nel territorio a favore della salute comunitaria appena avviato anche nella contea di Wulu (confinante con quella di Yirol) e la lotta alla malnutrizione in tutte le sedi di intervento.

«Nonostante gli scontri, le poche risorse, il caldo che picchia da mattina a sera – scrive don Dante sempre da Yirol – matura qualche frutto buono! Grazie di cuore a tutti».

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