Carissimi,
ex Stato dei Laghi, seconda tappa in Sud Sudan.
Siamo partiti 10 anni fa dall’ospedale di Yirol, successivamente a Cuibet, Maper e finalmente a Rumbek, capitale di questo grande Stato e una delle città più importanti del Paese. Non c’è una strada asfaltata, le capanne e i negozietti che incontri sono quelli di 10 anni fa, la scuola secondaria è solo una copia sbiadita dell’eccellenza riconosciuta che era, la povertà è grande e diffusa. L’unico a essere cresciuto è l’aeroporto di terra rossa frequentato ogni giorno da decine e decine di elicotteri e piccoli aerei che trasportano sacchi di riso, farina, farmaci, bidoni di gasolio e pattuglie di volontari che arrivano e ripartono. Nell’ultimo periodo, per le strade sono cresciuti gli “ambushes” (imboscate armate) per rubare cibo, dollari o computer. Ogni mezzo è buono pur di sopravvivere. Recentemente anche i nostri team sono stati coinvolti durante le “uscite sanitarie” verso i villaggi e talvolta paura e insicurezza minano il morale. É importante essere vicini ai nostri volontari e colleghi locali, tenere alta la motivazione e per quanto possibile l’allegria!
Juba, giornata conclusiva.
“Graduation Day” (giorno di laurea) per le “midwives” (ostetriche) della scuola dell’ospedale di Lui. 20 nuove ostetriche, 12 femmine e 8 maschi, provenienti da diverse aree del paese, etnie differenti, 3 anni di studio teorico ed esperienza pratica, tante difficoltà e ostacoli, compresa la guerra. Alla fine la festa è grande! Balli, danze, abbracci, proclamazione e discorsi; presenti il Ministro della Salute, il direttore generale del training, i familiari e tante altre autorità civili ed ecclesiali. L’attenzione e la gratitudine erano tutte rivolte verso Magdalen, la “principal tutor” della scuola, un’ostetrica ugandese, trent’anni di esperienza, che è stata per gli studenti, professoressa e madre, esigente e dolce! Richiamando alla mente fatiche e delusioni, successi e cadute, guardandoli fissi negli occhi ha sentenziato con fierezza: “nothing is impossible” (nulla è impossibile). Crediamo fermamente che nulla è impossibile, anche in Sud Sudan. Nel buio della guerra, della fame, della miseria è possibile far fiorire 20 piccoli preziosi fiori. Noi ci crediamo e per questo lavoriamo, anche grazie al supporto di molti di voi. Un grazie carico di riconoscenza ai tanti che con noi hanno creduto a questo sogno oggi diventato realtà.
Con affetto
D.Dante