Carissimo/a,

una targa antica ancora leggibile racconta i tanti anni di impegno spesi dal Cuamm in West Nile (nord ovest dell’Uganda). Si è lavorato molto e la situazione è migliorata anche se c’è ancora tanta povertà. Allora la gente scappava, ora ha una casa. Da qualche anno invece a scappare in Uganda sono i sud sudanesi.

Il campo più impegnativo è quello di Bidibidi (distretto di Yumbe) con oltre 280.000 profughi mentre il distretto di Moyo ne ha accolti 180.000, più della popolazione residente.

“Open the gate” (porte aperte) è la politica che ha adottato il paese. Il bene ricevuto negli anni, adesso sta diventando bene donato ad altri. Nei 6 distretti coinvolti ci sono 19 campi profughi e 257 strutture sanitarie tra ospedali, centri sanitari e dispensari, più o meno fatiscenti e senza personale, per una popolazione di 2.180.000 residenti e oltre 1 milione di rifugiati. Le autorità locali ci conoscono; sanno che siamo sul posto non per seguire le nostre priorità ma per metterci al loro fianco e poter insieme rafforzare il sistema sanitario che già esiste seppur debole.

Le priorità sono i bisogni sanitari dei nuovi arrivati e insieme, quelli della popolazione locale, in particolare mamme e bambini, specie malnutriti, integrando i servizi dei campi con quelli del territorio grazie ad un sistema di ambulanze che consente il trasferimento delle emergenze ostetriche. Questo è quello che stiamo facendo!

Il Cuamm negli anni ha investito molto anche nella formazione del personale locale. Ora il team che lavora in West Nile è di 40 giovani ugandesi tra medici, nutrizionisti, ostetriche, assistenti sociali e amministrativi. Sono freschi, a volte un po’ inesperti ma entusiasti e motivatissimi.

Davvero esiste l’Africa che aiuta l’Africa, impegnata a dare casa a chi ancora non ce l’ha!Ora più che mai dobbiamo fare di più e meglio con l’Africa!È questo il mio augurio per il nuovo anno che è anche un impegno: ci possa essere una casa per tutti!Buon Anno!!

Un abbraccio
D.Dante

 

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