Medici con l’Africa Cuamm mette da sempre al primo posto mamme e bambini. Farlo in un paese, quale il Sud Sudan, dove da anni è in corso una guerra civile, è una sfida senza paragoni.
All’intensificarsi dei combattimenti per il controllo del territorio, in diverse zone, quale l’ex Stato di Unity, sono andate peggiorando le condizioni di vita della popolazione, ormai alla fame.
Per salvarsi dal conflitto a fuoco e dagli episodi di violenze e saccheggi nei villaggi, le famiglie sono fuggite, scegliendo l’unica via di salvezza, ovvero le immense paludi verso est, fino alla sponda sinistra del Nilo, aree inaccessibili all’artiglieria pesante.
La gente fugge a bordo di canoe rudimentali scavate nei tronchi d’albero. Scappa lasciando dietro di se il raccolto faticosamente accumulato nei granai ora distrutti: in fuga non si possono portare scorte. Scappa percorrendo, per giorni, sterminati terreni paludosi, fermandosi su isolette dove manca tutto, in primis i servizi sanitari.
Questa situazione e queste zone erano sconosciuti ai più. Sono venuti alla ribalta quando ne è stato ufficialmente dichiarato lo stato di carestia. Una carestia non dovuta alla mancanza d’acqua, di sementi, di terra fertile. Questa carestia è dovuta alla guerra.
Medici con l’Africa Cuamm opera da anni in Sud Sudan, a supporto del sistema sanitario locale in zone confinanti con quelle colpite pesantemente dalla carestia. È impossibile dunque ignorare questo scenario doloroso.
E così l’intervento pianificato dal Cuamm per il Payam di Nyal, nella Contea di Panyjiar nello Stato di Unity sta diventando a poco a poco realtà. Grazie al sostegno della Conferenza Episcopale Italiana, della Fondazione Prima Spes e di tutti coloro che stanno dando il proprio contributo a questo nuovo programma, presto il Centro sanitario di Nyal potrà essere di riferimento per tante situazioni di bisogno, in particolare per mamme e bambini.
Ad oggi, tutti i pazienti chirurgici e le donne incinte con problemi di parto, sono riferiti al centro sanitario di Ganyel che dista, durante la stagione secca, tre ore di ambulanza. Nel periodo delle piogge, la strada non è più percorribile e l’unica soluzione è salire a bordo delle canoe e affrontare un viaggio che può arrivare anche a due giorni di navigazione. Una durata che spesso risulta fatale.
Bisogna avanzare in fretta con i lavori, perché le piogge che inizieranno a luglio, renderanno tutto più difficile se non impossibile. In loco non si trovano materiali e tutto deve essere trasportato in elicottero, l’unico mezzo che consente di raggiungere l’area.
Nel frattempo verranno allestiti quattro posti per l’erogazione continua di assistenza sanitaria di base nelle aree più remote e meno servite dell’area. Questi saranno continuamente supportate da un team sanitario mobile, deputato anche alle vaccinazioni e al trattamento dei bambini malnutriti. Questo team, che coprirà varie zone del Payam di Nyal, si muoverà a bordo di barche in alluminio con propulsione idrojet o di quad allestiti allo scopo.
La gente di Nyal aspetta ardentemente che tutto questo avvenga nel più breve tempo possibile perché in questa contea è troppo facile morire di malaria, polmonite, infezioni intestinali e di malnutrizione.
Un grido di ingiustizia che ci chiama profondamente in causa.
Giovanni Dall’Oglio, medico Cuamm a Nyal