Vito Sgro, pediatra romano, è arrivato da poche settimane nel piccolo ospedale di contea di Cueibet, in Sud Sudan, dove il Cuamm lavora per migliorare accesso e qualità delle cure. Qui ci racconta la passione e la curiosità con cui si dedica alla formazione.
Attesa per gennaio, la costituzione del governo di transizione non è arrivata. Intanto il Sud Sudan subisce le conseguenze di una forte inflazione e si profila il rischio della carestia. Abbiamo chiesto al nostro rappresentante nel paese di aiutarci a capire meglio la situazione.
Alfonso Perugini racconta le difficoltà che si incontrano in Sud Sudan, dove spesso è più facile fare ricorso alla violenza che al dialogo. Ci sono però anche spiragli di speranza, che spingono lui, come tanti altri operatori internazionali e locali, a continuare a impegnarsi sul campo.
A Yirol, nel 2006, è iniziato l'intervento di Medici con l'Africa Cuamm nel paese: oggi l'ospedale si rivolge a un bacino di 270.600 abitanti, provenienti da tre contee differenti.
Con il supporto clinico all'ospedale di Lui, nella contea di Mundri East, Medici con l'Africa Cuamm ha reso la struttura un punto di riferimento per un bacino di utenza di 145mila abitanti.
Un villaggio isolato, tra la foresta e la savana, mal collegato e privo di servizi sanitari efficienti, da inizio dicembre può contare su un nuovo centro di salute attrezzato e sul sostegno di Medici con l'Africa Cuamm.
La parte del team Cuamm evacuata a Juba a fine settembre sta rientrando in queste ore a Lui. Anche se l'ospedale non ha mai chiuso, ora si potrà tornare a garantire alla popolazione i servizi sanitari fondamentali e dare alla comunità un segnale concreto di ripresa.
Le tensioni recenti in Sud Sudan non fermano i lavori per la costruzione del centro sanitario periferico a Matangai, destinato a fornire assistenza al parto per le future mamme, ma anche a garantire un servizio per le degenze generiche e una farmacia per la conservazione e somministrazione dei vaccini.
Indipendente dal Sudan dal 2011, il Sud Sudan sta passando un periodo di grande incertezza interna e di scontri armati, dovuti sia a tensioni politiche che interetniche. La popolazione è prevalentemente nomade e il sitema sanitario ancora molto carente.