Dimenticato ormai il pregiudizio che vedeva il diabete come una malattia “dei paesi ricchi”, i sistemi sanitari dei paesi in via di sviluppo fanno ora i conti con le sue drammatiche conseguenze legate soprattutto all’incidenza di tubercolosi (TB), Hiv/Aids.

Nella Giornata mondiale della salute, dedicata quest’anno al diabete, Joseph Nsuka, medico Cuamm, specialista in salute pubblica e coordinatore del programma Tb-Diabete a Luanda, ci aiuta a comprendere la malattia nello specifico contesto angolano.

«Sviluppo economico e urbanizzazione hanno provocato un cambiamento nello stile di vita degli africani: in questo contesto le malattie infettive hanno lasciato sempre più spazio a quelle non trasmissibili e croniche come ad esempio l’ipertensione e il diabete: quest’ultimo nel 1980 colpiva 4 milioni di persone e nel 2014 invece sono stati riportati 25 milioni di casi.

Relativamente all’Angola, il numero preciso di casi affetti da diabete non è ancora conosciuto. Lo sviluppo economico ha inciso soprattutto nelle grandi zone urbane: nella capitale Luanda, fast food e alimentazione  irregolare,  lo stress e la vita sedentaria hanno creato un aumento del tasso di obesità. Nelle zone rurali invece, la  popolazione rimane più attiva fisicamente grazie al lavoro nei campi e all’alimentazione più semplice e salutare.

Per comprendere la dimensione del diabete, a Luanda Medici con l’Africa Cuamm sta studiando la prevalenza di questa malattia cronica e la sua incidenza tra i pazienti che soffrono di tubercolosi. Il progetto che stiamo realizzando nei centri antitubercolari della capitale insiste molto anche sulla formazione: sappiamo infatti che tutti i progetti hanno un inizio ed una fine. I tecnici formati garantiranno la continuazione delle attività e saranno in grado di accompagnare questo servizio diagnostico ad altri centri sanitari. La prevenzione è piú importante ed economica rispetto al trattamento.

Oggi, Giornata mondiale della salute, auguro buon lavoro a tutti coloro che sono impegnati nelle attivitá di controllo del diabete!»

 

(Nella foto il dr. Joseph Nsuka impegnato in attività di sensibilizzazione)

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