L’incidenza dell’Ebola in Sierra Leone, cioè il numero di nuovi casi alla settimana, non accenna a diminuire. Questo dato vale anche per Pujehun, il distretto rurale a sud del Paese che conta 350.000 abitanti, dove Medici con l’Africa Cuamm era impegnata allo scoppiare dell’epidemia e dove è rimasta per fronteggiarla con un team di 5 cooperanti italiani che lavorano insieme al personale governativo locale (approfondisci con le testimonianze e le immagini del nostro impegno).
Dopo la messa in sicurezza dell’ospedale di Pujehun, la costruzione di un centro di isolamento nell’area di Zimmi (focolaio dell’epidemia nel distretto), la formazione di oltre 300 contact tracers, impegnati nel tracciamento dei casi e nella ricerca dei sospetti capanna per capanna, villaggio per villaggio, la nuova sfida per Medici con l’Africa Cuamm è in queste ore la costruzione di un nuovo centro di isolamento a 5 chilometri dall’ospedale di Pujehun.
«Una sfida logistica immensa – dichiarano gli operatori del Cuamm dal campo – che serve psicologicamente a tutti i lavoratori locali, per portare la gestione dei casi sospetti fuori città. Serve per vincere la paura della gente che non va più in ospedale per timore del contagio e preferisce morire a casa. Serve per riattivare la fiducia nel sistema sanitario. Come affrontarla? – continuano – Non c’era acqua nelle vicinanze, il terreno era impervio ed irregolare. Ma con la mediazione delle autorità locali l’area è stata livellata con un caterpillar e siamo partiti con i lavori. È stata anche affittata una casa nelle vicinanze che stiamo ristrutturando e che sarà adibita ad alloggio per lo staff. Ieri c’erano 75 lavoratori locali impegnati: in questi giorni di grande paura per tutti è un bellissimo segno della voglia di lottare e di riprendere in mano il proprio futuro, nonostante Ebola».
Parallelamente allo sforzo che continua sul campo, Medici con l’Africa Cuamm registra, oggi, la positiva conclusione del periodo di isolamento precauzionale dei suoi due operatori rientrati in Italia lo scorso 16 ottobre. Passati i 21 giorni di osservazione, nel rispetto delle linee guida condivise dal Ministero della Salute e a tutela della sicurezza della comunità d’appartenenza, Chiara Maretti, ostetrica, e Paolo Setti Carraro, medico chirurgo stanno bene e possono tornare alla loro vita ordinaria.
Il team di Medici con l’Africa Cuamm sul campo si rafforzerà presto con l’arrivo di un’infermiera in partenza nei prossimi giorni.
Per sostenere questo impegno: Causale Emergenza Ebola
- c/c postale 17101353 intestato a Medici con l’Africa Cuamm
- IBAN: IT 91H0501812101000000 107890 per bonifico bancario presso Banca Popolare Etica, PD
- doctorswithafrica.org
Medici con l’Africa Cuamm in Sierra Leone
Medici con l’Africa Cuamm è impegnato in Sierra Leone dal febbraio 2012 e più nello specifico a Pujehun, uno dei distretti più remoti del Paese, in un intervento finalizzato ad aumentare la copertura e la qualità dei servizi di salute neonatale e materno-infantile. L’attività del Cuamm è concentrata sul rafforzamento della capacità di pianificazione dei servizi sanitari da parte delle autorità distrettuali, sul miglioramento del servizio per il parto assistito sia in ospedale che a livello di unità sanitarie periferiche, sulla formazione professionale dello staff sanitario e sul rafforzamento del sistema di riferimento. Sin dall’inizio, l’intervento ha coinvolto un team di esperti di sanità pubblica, un chirurgo, un pediatra, un’ostetrica e un amministrativo, impegnati a Pujehun nel rafforzamento dei servizi sanitari sui tre livelli: ospedaliero, territoriale e comunitario.
Nella lotta all’epidemia di ebola Medici con l’Africa Cuamm si concentra su due ambiti. Da un lato dare agli operatori sanitari tutti gli strumenti di protezione di cui hanno indispensabile bisogno: a partire dall’ospedale e, con grande difficoltà, anche i centri sanitari, sono stati dotati di materiale protettivo, formati sull’epidemia e sulle procedure di prevenzione e protezione, incluse quelle riguardanti la sepoltura in biosicurezza dei corpi dei pazienti deceduti. Dall’altro continuare nel lavoro di identificazione, isolamento e trattamento dei malati: è stato avviato un sistema di triage per l’identificazione dei casi sospetti nei centri sanitari. Questi ultimi sono trasferiti in isolamento presso una tenda allestita ad hoc in una zona isolata dell’ospedale, provvista di passaggi separati per pazienti, operatori e familiari a seconda dei livelli di rischio. I campioni di sangue sono inviati al laboratorio dell’ospedale regionale di Kenema. I pazienti trovati positivi a EBOV sono trasportati direttamente da Pujehun al reparto Ebola di Kenema. Insieme a questo si continua la sensibilizzazione delle comunità, ricerca dei contatti e controllo del territorio. La risposta delle comunità è tuttora influenzata dalla paura e dal rigetto dei provvedimenti.
In generale è essenziale continuare a garantire in primis i servizi sanitari di base. A Pujehun, l’impegno di Medici con l’Africa Cuamm è di mantenere aperti i servizi di emergenza chirurgica, ostetricia e pediatria e a sostenere i centri sanitari periferici. Il sistema sanitario deve dare segnali concreti che i servizi funzionano, sono efficaci e sicuri, nonostante l’epidemia.
Per informazioni:
Ufficio Stampa Medici con l’Africa Cuamm – Linda Previato 340.6920505