Ospedale del distretto di Pujehun, Sierra Leone – Medici con l’Africa Cuamm, attivo in Sierra Leone dal 2012, segue ora dopo ora, con grande apprensione, l’evolversi dell’epidemia di Ebola e il suo impatto sui pazienti e gli operatori di Pujehun, dove è impegnato ad aumentare la copertura e la qualità dei servizi di salute neonatale e materno-infantile, sia in ospedale che a livello di unità sanitarie periferiche.
Il Cuamm ha approntato un piano di emergenza che consiste principalmente nella predisposizione di un’unità di isolamento – una tenda debitamente attrezzata – per gestire i casi.
La situazione
L’epidemia di Ebola si è registrata dallo scorso marzo 2014 in Guinea ed in Liberia. Da fine maggio si sono verificati nuovi casi anche in Sierra Leone, nel distretto di Kailhaun e in seguito anche a Kenema, diventato il centro di riferimento di tutti i casi di Ebola. L’ultimo rapporto fa salire a 397 i casi confermati dal 20 maggio (fonte: Ebola Virus Disease – Situation Report, Ministry of Health and Sanitation, Government of Sierra Leone – 18 luglio 2014). Il livello di allarme, già grave, è ulteriormente salito negli ultimi giorni da quando a Zimmi (42 km da Pujehun), si è verificato un decesso per Ebola. Parallelamente, in risposta alla notizia di nuovi casi confermati a Bo, la seconda città della Sierra Leone, vicina a Pujehun, le autorità locali hanno deciso di chiudere i mercati locali a rischio, in quanto richiamano persone da fuori distretto (nella cartina in alto a destra le città e i distretti sotto stretta osservazione).
È stata istituita una task force e il personale del Cuamm partecipa attivamente al case management (gestione dei malati). È urgente assicurare un controllo scrupoloso prima che i pazienti vengano ricoverati per individuare i casi sospetti. Questo è reso difficile dal fatto che, in genere, i pazienti che arrivano in maternità sono donne gravide o bambini sotto i 5 anni riferiti dalle varie unità periferiche. Diventa dunque fondamentale estendere la sorveglianza anche alle unità sanitarie periferiche. Il personale maggiormente a rischio sono il chirurgo, il pediatra l’ostetrica espatriata e lo staff locale che lavora all’interno dei reparti e servizi ospedalieri.
Gli interventi urgenti
L’équipe Cuamm ha installato sul retro dell’ospedale una tenda, equipaggiata per gestire i casi di Ebola. Ha inoltre predisposto una stanza come magazzino e spogliatoio del personale addetto all’isolation unit (isolamento), la degenza vera e propria con 5 letti separati tra loro con teli di plastica e una stanza sul retro della tenda dove gli infermieri si cambiano e lasciano il materiale potenzialmente infetto prima di uscire. Insieme ad altri interventi di supporto (doccia esterna per il personale e il miglioramento dell’inceneritore per bruciare i rifiuti ingombranti) l’équipe è in costante allerta per il controllo dei casi. Dall’Italia il dr. Gianpietro Pellizzer, direttore di malattie infettive di Vicenza, è a supporto degli operatori sul campo nel caso fosse necessario migliorare gli approcci assistenziali verso pazienti sospetti o confermati di Ebola. Servono in grande quantità dispositivi di protezione individuale (guanti e mascherine).
Serve uno sforzo straordinario di monitoraggio clinico, rifornimento ed equipaggiamento medico, formazione ed educazione della popolazione locale. Il più piccolo aiuto può fare la differenza per impedire l’estendersi di un drammatico contagio. Aiutaci, ora!