Il 30 novembre 2016 ricordiamo con emozione i dieci anni dall’inizio della presenza del Cuamm in Sud Sudan, con l’intervento all’ospedale di Yirol, da riabilitare e rilanciare con una presenza continuativa e un supporto di qualità.
A dieci anni di distanza è bello riscorrere le parole con cui don Luigi, forte sostenitore di questa apertura a un nuovo paese, commentava questo nuovo inizio:
Il 3 ottobre è stata firmata a Roma la Convenzione con la Protezione civile per il Progetto Yirol nel Sud Sudan. […] Con l’arrivo a Yirol, il 30 novembre, dei primi nostri due volontari (un tecnico per le costruzioni e un logista amministrativo, a cui si aggiungerà a metà gennaio il medico esperto d’Africa, capo-progetto. La sfida è cominciata ed è forse, tra le molte affrontate negli anni, la più difficile e impegnativa. Ma questa è la nostra missione.
Dall’Editoriale di Don Luigi Mazzucato, I quattro venti, dicembre 2006
Raccontiamo questo giorno attraverso la testimonianze della delegazione presente alla firma degli accordi nel 2006:
Sembrava quasi un sogno, tutto era perfetto. Antonio Sebben, che da Arua supporta il progetto occupandosi dell’acquisto dei materiali e supervisiona i lavori di riabilitazione, discuteva sui dettagli del suo lavoro con il Ministro della Sanità. Giuseppe Ferro che, da Yirol, sta già consolidando la nostra presenza nel Paese, si accordava con il Direttore generale del ministero della Sanità dello Stato dei Laghi, ex studente Cuamm, sui contatti che avrebbero avuto nei giorni successivi per farsi rilasciare i permessi necessari per avviare le attività; don Dante Carraro e Agostino Paganini che rinsaldavano il legame delle autorità ministeriali con l’esperienza di Medici con l’Africa Cuamm nei paesi africani conosciuti.
Da I quattro venti, dicembre 2006
In dieci anni abbiamo messo in piedi un ospedale, lo abbiamo costruito e fatto funzionare in un luogo dove non c’era davvero niente. E questa struttura è diventata fondamentale per le persone, perché rappresenta un punto di riferimento in mezzo a tutte le difficoltà che il paese ha affrontato e sta affrontando. Come è successo recentemente: l’ospedale di Yirol era l’unica relatà sanitaria a distribuire i farmaci contro la malaria.Ho lavorato a Yirol per due anni e ho visto solo una parte dell’evoluzione che c’è stata nel paese in questi dieci anni. Credo che una tappa fondamentale sia stata l’indipendenza, la comprensione che il paese è finalmente autonomo, con tutto l’entusiasmo ma anche la difficoltà che questo comporta. La gente è in bilico e dipende dall’esterno per qualsiasi cosa, in questo contesto di instabilità gli aiuti umanitari sono fondamentali. Credo che in Sud Sudan esista davvero la necessità del nostro lavoro, dobbiamo portare il nostro contributo con energia a sostegno degli ultimi.