Papa Francesco è arrivato ieri mattina a Nairobi, in Kenya; poche ore dopo, già salutava in swahili con queste parole: «Mungu abariki Kenya! Che Dio benedica il Kenya!». La sua prima volta in terra africana è un viaggio apostolico lungo sei giorni, attraverso il Kenya, l’Uganda e la Repubblica Centrafricana, all’insegna di «riconciliazione», di «pace e perdono».

«La mia visita in Africa sia segno della stima della Chiesa per tutte le religioni e rafforzi i nostri legami di amicizia», ha detto questa mattina il Santo Padre durante l’incontro interreligioso ed ecumenico a Nairobi, a sottolineare l’importanza e il significato della sua presenza nel continente in queste ore.

La sua prima tappa africana, il Kenya, ci è particolarmente cara: qui infatti abbiamo iniziato a scrivere la nostra storia africana, con il primo medico Cuamm inviato presso l’ospedale di Nkubu, provincia del Kenya orientale. Era il 1955 e, dopo il dottor Anacleto Dal Lago, altri 168 operatori hanno prestato servizio in 18 ospedali del paese sino al 2010.

Domani attendiamo Papa Francesco in Uganda, dove il nostro impegno non si è mai interrotto dal 1958.

«Le persone sono in estasi per l’arrivo del Papa. Si dice che un uomo abbia percorso 360km a piedi per vederlo. Gli ugandesi sono molto religiosi e fieri delle proprie tradizioni ma tutti, indipendentemente dalla religione, non vedono l’ora che arrivi venerdì» – ci racconta Peter Lochoro, rappresentante Cuamm in Uganda.

A lui, infatti, abbiamo chiesto di raccontare l’attesa vissuta a Kampala:

«È stato mobilitato un enorme apparato di sicurezza, 12.800 poliziotti e altri addetti alla sicurezza. La città è in fermento e questo venerdì potrebbe essere dichiarato festività nazionale. I quotidiani, le tv e le radio traboccano di notizie sul Papa ogni giorno. Oggi il quotidiano New Vision ha pubblicato preghiere personali per il Papa, scritte da persone che pregano per una moglie, per un lavoro o per una svolta economica».

E, a proposito della situazione del paese, Peter commenta:

«L’Uganda, dopo aver sconfitto l’ “esercito di resistenza del Signore” di Joseph Kony che ha imperversato per anni nel Nord, ora è un faro di pace nella regione, circondata com’è da da paesi in conflitto. Il paese ospita molti profughi ed è coinvolto in operazioni di peacekeeping e negoziati in Burundi, Sudan, Somalia da cui arrivano, in particolare,  le minacce del terrorismo. L’Uganda gode di una forte crescita economica e gli ugandesi vivono la speranza di un futuro migliore. Eppure, sebbene malattie infettive come la malaria o la tubercolosi siano sotto controllo, l’Aids resta una minaccia e la prevalenza è aumentata negli ultimi anni. Cominciano ad aggravarsi anche le “malattie del benessere” come il diabete, l’ipertensione, il cancro».

Sabato il dr. Giovanni Putoto, responsabile programmazione di Medici con l’Africa Cuamm, seguirà in diretta la giornata ugandese del Santo Padre dallo studio di Tv2000, dove sarà ospite della trasmissione “Diario di PapaFrancesco – Viaggio in Africa”. Seguici anche tu, commenteremo i momenti salienti del viaggio e i discorsi del Papa sul canale Canale 28 del digitale terrestre, SKY canale 140, TivùSat 18 o online qui.

Fonte foto: corriere.it

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