Beatrice, Ika, Dorothy, Aurora, Susan: sono alcune delle ostetriche  impegnate, giorno dopo giorno, con Medici con l’Africa Cuamm nel rendere fattivo e concreto un impegno preso con migliaia di persone, oltre che con tante istituzioni: fare in modo che, nei luoghi dell’Africa in cui operiamo, le mamme e i bambini vengano davvero “prima” degli altri, nelle attenzioni, nei servizi, nell’aiuto.

Oggi si festeggia la Giornata internazionale delle ostetriche e vogliamo ricordare i volti, le storie e soprattutto il grande impegno delle ostetriche che in Africa molto spesso fanno la differenza tra la vita e la morte di una mamma e del suo bambino.

Ricordiamo così Susan, che oggi lavora come ostetrica all’Ospedale diocesano di Lui, in Sud Sudan. Ma non è sempre stato così! Più di dieci anni fa, infatti, è stata assunta come donna delle pulizie nella Maternità dell’ospedale. Oltre al suo lavoro, aiutava l’ostetrica di turno nell’assistenza alle donne gravide e, soprattutto, nei parti. E così un giorno, in assenza dell’ostetrica, si è trovata a dover assistere, da sola, una donna in travaglio e ad accompagnarla fino al parto. Lo ha fatto con grande abilità e competenza. Da quel giorno, le viene chiesto di affiancare l’ostetrica per imparare le procedure di base. In poco tempo diventa autonoma e viene “promossa” ostetrica a tutti i livelli. Compensa la mancanza di una formazione specifica con l’esperienza e la buona volontà. Oggi Susan è una delle migliori ostetriche della Maternità dell’Ospedale di Lui e ora lei a insegnare la visita prenatale delle donne gravide e l’assistenza al parto agli studenti della Scuola per ostetriche.

Per coinvolgere e appassionare sempre più persone nel progetto “Prima le mamme e i bambini”, alcuni anni fa Medici con l’Africa Cuamm ha lanciato un altro progetto dal nome chiaro ed esplicito. “Una vita per una vita”. Si tratta di un’iniziativa che vuole coinvolgere i reparti di Ostetricia e Ginecologia, i Primari e i Pediatri di base, in Italia, affinché sensibilizzino le mamme in procinto di partorire e i loro pazienti, su una grande sfida: donare un parto gratuito e sicuro a tante mamme in Africa e assicurare la cura dei loro bambini nei primi mesi di vita. Il titolo deriva dall’idea che una mamma, che ha appena dato alla luce una vita nuova, accompagnata da tutto il personale sanitario delle strutture in cui partorisce, con un piccolo contributo, può garantire a un donna africana la stessa possibilità. Una vita appena nata, per una vita in Africa che nascerà. Un sistema sanitario, qui, come ponte di sensibilizzazione per il sostegno della crescita della sanità in Africa. Ad oggi, in Italia, sono 56 le realtà che hanno aderito alla proposta e 29 quelle che distribuiscono materiale informativo all’interno dei reparti di ostetricia, coinvolgendo diversi Collegi dei Primari di Ostetricia e Ginecologia e Collegi delle Ostetriche perché sensibilizzino il personale sanitario in una formazione specifica e attraverso missioni di conoscenza sul campo.

Ed è proprio attraverso questa bella proposta che Aurora, giovane ostetrica di 22 anni di Treviso, dopo aver conosciuto il Cuamm in Tanzania, ha deciso di dedicare sei mesi della sua vita all’Africa ed è arrivata da pochi giorni a Yirol, in Sud Sudan. «Sono onorata di far parte, seppur da volontaria, della “famiglia Cuamm”, di condividerne gli obiettivi, l’impegno, i sacrifici, anche la fatica. È un sogno che si realizza – scrive Aurora –. Anche se qui non faccio la differenza, qualcosa piano piano riesco a farla andare meglio, almeno nel mio campo. Mi mancava molto l’Africa e tornarci da ostetrica, con un ruolo e la possibilità di fare qualcosa di concreto, è per me molto importante e gratificante anche se questo posto ti mette davvero a dura prova: quello che ho potuto vedere, in pochi giorni, è che ci vuole tanta determinazione e forza d’animo, sia per il lavoro, sia per le condizioni».

Di recente “Una vita per una vita” è approdato anche in Piemonte e ha coinvolto cinque realtà: l’ospedale di Biella; i Pediatri di famiglia aderenti alla sezione FIMP di Vercelli; l’Asl Torino 5 con gli ospedali di Chieri e Moncalieri; la Città della Salute di Torino.

E proprio da Biella arriva la storia di Beatrice, ostetrica di 33 anni, che tra pochi giorni diventerà mamma e sta vivendo sulla sua pelle l’esperienza più bella del mondo, quella con cui, professionalmente, ha scelto di accompagnare tante mamme in Italia oggi, e in anche in Africa, un paio di anni orsono, di preciso a Damba in Angola. Esperienza che le ha dato moltissimo, umanamente e professionalmente e che ben si sintetizza in queste sue parole: «il ricordo più bello che ho dentro di me è la consapevolezza, l’aver toccato con mano, come le donne siano davvero tutte uguali, nel mondo: hanno gli stessi desideri, le medesime esigenze, solo che non tutte hanno i mezzi per realizzarli, per dare il meglio ai propri figli».

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