Il 14 novembre si celebra la Giornata mondiale del Diabete, una ricorrenza voluta nel 1991 dall’Organizzazione mondiale della Sanità, che intende sensibilizzare su questa malattia cronica molto più diffusa di quanto si potrebbe pensare.
Il tema di quest’anno, infatti, è “Famiglia e diabete”. Ogni famiglia nel mondo ne è colpita. L’Africa non fa eccezione, anzi nel continente si può parlare di “epidemia emergente” che non trova una risposta strutturata a causa della fragilità dei sistemi sanitari locali.
Medici con l’Africa Cuamm, grazie al sostegno di WDF (World Diabetes Foundation) sta lavorando per rispondere a un bisogno reale della popolazione africana, in particolare, in Angola, Etiopia, Sierra Leone e Mozambico (dove l’impegno contro il diabete è sostenuto oltre che da WDF, anche dall’AICS, Agenzia Italiana per la Cooperazione e lo Sviluppo).
Tra le attività implementate: prevenzione, diagnosi e cura del diabete; screening nelle donne in gravidanza e nei neonati; formazione di operatori sanitari perché siano in grado di individuare e gestire i malati; fornitura di equipaggiamento e attrezzature per la diagnosi. Interventi che Medici con l’Africa Cuamm sta implementando in 24 ospedali e 105 centri di salute distribuiti nei territori di questi quattro paesi.
Il 14 novembre nelle principali piazze di Luanda (Angola), Maputo e Beira (Mozambico), Freetown (Sierra Leone) e Addis Abeba (Etiopia) si terranno proposte di sensibilizzazione e coinvolgimento della popolazione che sarà invitata a partecipare creando un grande cerchio, con indosso T-shirt blu, il colore della lotta al diabete. Un gesto simbolico per “accerchiare” questa malattia dimenticata in contesti come quello africano.
«I dati dimostrano che in Africa il diabete è un problema serio per la popolazione, è una nuova sfida che richiede risposte che come Cuamm stiamo dando in modo concreto e capillare – spiega Andrea Atzori, responsabile dei Rapporti Internazionali di Medici con l’Africa Cuamm -. In tutti e 4 i paesi in cui interveniamo per il diabete cerchiamo di fare diagnosi precoce e trattamenti, in stretta collaborazione con le associazioni locali che si occupano di questa malattia».
Ma perché il diabete si sta diffondendo così tanto anche in Africa? Risponde Atzori: «Per due motivi almeno: il primo, è che i bambini malnutriti, così numerosi in Africa – problema per cui come Cuamm stiamo già intervenendo in tutti gli 8 paesi con il progetto “Prima le mamme e i bambini. 1000 di questi giorni” – hanno maggiori possibilità di sviluppare il diabete da grandi; il secondo è che il diabete si sta diffondendo soprattutto nei grandi centri urbani dove le persone, per far fronte a un’alimentazione carente e alla mancanza di acqua pulita, sono costretti, quando possono, a ricorrere a cibi dolci e bibite zuccherate».
(Sierra Leone)