Sono tra le figure più importanti per garantire a una mamma e al suo bambino un parto sicuro, eppure nei nostri paesi di intervento, e in tutta l’Africa, sono ancora troppo poche. Oggi, Giornata internazionale delle ostetriche, ricordiamo il lavoro prezioso delle nostre volontarie nell’ultimo miglio: operatrici, formatrici e studentesse che dedicano la loro professionalità a mamme e bambini coinvolti nel programma “Prima le mamme e i bambini. 1.000 di questi giorni“. Lo facciamo con uno sguardo all’Italia, dove Cuamm ha appena siglato un accordo con la Federazione Nazionale Collegi Ostetriche (FNCO).
Grazie all’accordo, nella sede centrale di Padova è iniziato un percorso di formazione rivolto a dieci studenti e studentesse di altrettante sedi universitarie italiane, che grazie a delle borse di studio potranno passare un mese della propria formazione in Africa, in uno degli ospedali in cui è presente il Cuamm. L’obiettivo è quello di preparare le ostetriche italiane interessate a lavorare nella cooperazione internazionale a lavorare in ospedali a risorse limitate.
«Questo progetto per noi è molto importante – spiegano Silvia Vaccari e Antonella Cinetti, vicepresidente e consigliera di FNCO – perché dà l’occasione ai futuri professionisti di comprendere l’importanza dell’organizzazione delle cure. Vogliamo anche far crescere la cultura della solidarietà e della cooperazione nei nostri studenti: la salute è un valore assoluto in tutto il mondo, bisogna abbattere le barriere all’accesso alle cure. L’ostetrica gioca un ruolo fondamentale per la salute delle mamme e dei bambini: se loro sono sani, un’intera popolazione può sperare in un futuro migliore».
Le ostetriche attualmente presenti sul campo con Medici con l’Africa Cuamm sono 23, di cui solo 2 italiane. Le altre 21 sono etiopi, ugandesi e keniote, alcune delle quali diplomate in una delle nostre scuole per ostetriche e poi spostatesi in paesi diversi da quello di origine per contribuire allo sviluppo di competenze nuove. In particolare in Sud Sudan, dove è attiva una delle 3 scuole per ostetriche avviate dal Cuamm nel 2014 e collegata all’ospedale di Lui. Le altre due scuole si trovano in Etiopia, a Wolisso, e in Uganda, a Matany, dove nel 2016 si sono diplomate 40 e 19 studentesse rispettivamente.
Inoltre, nel 2016 sono state assegnate le prime due borse di studio intitolate a Michele Mega, professore associato in Clinica Ostetrica e Ginecologica all’Università di Padova, che danno la possibilità agli studenti del Corso di Laurea in Ostetricia dell’Università di Padova di trascorrere tre mesi in Africa come tirocinanti, in uno degli ospedali in cui opera il Cuamm.
Grazie a questa opportunità, Diletta Dione e Melody Massaro sono partite per la Tanzania e hanno prestato servizio all’ospedale di Tosamaganga. Di questa esperienza ci hanno inviato alcuni ricordi.
Quello che posso dire è che quell’ospedale, che ormai era diventato un po’ come una seconda casa per me, mi manca moltissimo e manca perché lì l’ostetrica fa la differenza, lì la midwife deve essere veramente “con la donna”; a Tosamaganga, in quella movimentata sala parto africana, ogni giorno avevo l’opportunità di imparare qualcosa, di crescere sia dal punto di vista professionale sia umano.
Da futura ostetrica, in questa particolare giornata, mi preme fermarmi un attimo e pensare a quanto sia importante il contributo che questa professione è in grado di apportare alla società odierna e quanto spesso talvolta nemmeno chi la svolge se ne renda conto. – Diletta Dione