Impossibile dimenticare quei giorni terribili. Dai giorni di quel dramma abbiamo lavorato sodo, per cercare di evitare che si ripresenti con la stessa drammatica forza. Sono nate varie collaborazioni con centri di ricerca di eccellenza per studiare l’epidemia, contenere il contagio, studiare l’efficacia e la distribuzione del vaccino.

Ora con soddisfazione, possiamo dire che ieri il nostro lavoro è arrivato al World Economic Forum (WEF) di Davos dove Bill Gates ha citato i dati dello studio più recente a cui abbiamo lavorato insieme alla Fondazione Bruno Kessler di Trento e che è pubblicato sulla rivista internazionale PLOS Neglected Tropical Diseases.

Lo studio è dedicato alle strategie di utilizzo del vaccino per Ebola per contenere future epidemie. La disponibilità di un vaccino efficace ha aumentato la speranza di poter evitare epidemie devastanti come quella passata. Il problema però è che non è possibile vaccinare preventivamente tutta la popolazione, come si fa di routine con le vaccinazioni infantili, perché saranno solo circa 300.000 le dosi di vaccino disponibili.

«Ci siamo quindi posti la domanda – spiega Stefano Merler, ricercatore della Fondazione Bruno Kessler – di come utilizzare le dosi di vaccino disponibile per contenere una futura epidemia e abbiamo dimostrato che vaccinare i contatti dei casi di Ebola, ad esempio i familiari dei casi, ed estendendo la vaccinazione anche ai contatti dei contatti, può permettere di contenere future epidemie».

La discussione al World Economic Forum evidenzia un ulteriore riconoscimento per la ricerca operativa, che per noi ha il dovere di rispondere ai bisogni delle popolazioni e dei territori per migliorarne le condizioni di salute e di vita. Siamo orgogliosi di questo risultato, perché la medicina dei paesi poveri non deve essere povera, ma responsabile e basata su evidenze scientifiche.

Il nostro impegno continua a fianco della popolazione e di tutti gli operatori locali. Altri studi sono in corso al Princess Christian Maternity Hospital di Freetown per il monitoraggio e la cura delle pazienti ostetriche e ginecologiche “Ebola survivors”, cioè sopravvissute a Ebola.  Sostieni la cura di mamme e bambini negli ospedali di Freetown, Lunsar e Pujehun.

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