Si è concluso in questi giorni il primo corso di formazione per l’utilizzo dell’ecografo al Princess Christian Maternity Hospital di Freetown. A tenerlo, Marianna Zanette, ginecologa del Cuamm, esperta di salute riproduttiva e di diagnosi neonatale. Sono stati tre giorni intensi di teoria, a cui seguiranno a breve anche le esercitazioni pratiche, per i 25 operatori sanitari sierraleonesi impegnati nel corso.

Un piccolo tassello del puzzle che si aggiunge a completamento dell’importante lavoro che Medici con l’Africa Cuamm realizza nel paese, per aiutare nella ricostruzione di un sistema sanitario così debole e fragile dopo il flagello dell’Ebola.

Ma ottimi risultati arrivano anche da Pujehun.

Il progetto di “Rinascere a Pujehun”, finanziato tra gli altri anche dall’Agenzia italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, nei primi 6 mesi ha visto un consistente aumento di attività. Pochi dati rendono bene l’idea: i riferimenti pediatrici di piccoli pazienti che dai 77 centri di salute disseminati nel territorio, sono stati portati in ospedale, perché necessitavano di cure adeguate, sono stati 808, da gennaio a giugno 2016, contro gli 820 di tutto l’anno 2015.

Un dato simile si è registrato anche per le emergenze ostetriche arrivate in ospedale grazie al servizio di ambulanze messo in piedi. Nei primi 7 mesi di questo anno, a Pujehun sono arrivate in ambulanza, 561 donne che avevano bisogno di essere aiutate a partorire, contro le 352 dello stesso periodo dello scorso anno. E’ il segno tangibile che il lavoro di integrazione tra il territorio e l’ospedale che Medici con l’Africa Cuamm sta realizzando nel distretto di Pujehun funziona: ha dato la possibilità a questi bambini di trovare le cure di cui avevano bisogno e a tante donne di partorire in modo assistito e sicuro.

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