Sotto la guida premurosa e caparbia di Chiara Scanagatta, rappresentante Paese per il Sud Sudan, si è messo in campo il meglio delle esperienze di Medici con l’Africa Cuamm.  Sono tre gli obiettivi dei progetti finanziati dal HPF nelle contee di Rumbek Centro e Rumbek Est, dello Stato dei Laghi:

1  migliorare l’accessibilità e la qualità dei servizi di salute, in modo da rispondere ai bisogni delle popolazioni, in particolare di donne e bambini.

2 Creare e sostenere le direzioni sanitarie nelle contee, così che acquisiscano le capacità manageriali per gestire la salute pubblica con competenza e onestà.

3 Promuovere la partecipazione, l’utilizzo e la domanda di salute da parte delle comunità.

Sul primo punto, le azioni da compiere sono: reclutare personale disponibile a lavorare in aree difficili e insicure per i continui conflitti tribali per il possesso di bestiame e non solo per l’incombente rischio di guerra civile. E poi l’isolamento, specie nel periodo delle piogge, con mesi in cui tutte le strade di accesso sono impossibili.  Quindi fare di questo personale, in stragrande maggioranza non qualificato, ossia con in mano un diploma di Community Health Worker di pochi mesi di corso o di Traditional Birth Attendance,  ovvero le ostetriche di villaggio, degli staff capaci di portare avanti la routine nelle unità sanitarie, anche se ubicate dentro una capanna. Routine qui significa servizi di diagnosi e cura, visite prenatali e parti assistiti anche se definiti “unskilled”, perché svolti da personale appunto non qualificato. E poi raccolta dati e registrazione secondo lo standard del ministero, servizi di vaccinazione e nutrizionali e capacità di riconoscere i segnali di allarme per i quali attivare, in tempo, un servizio di riferimento verso l’ospedale della contea, ad Yirol West gestito appunto da Medici con l’Africa Cuamm con prontezza operativa H24 di alto livello.

Trasporto di una donna

Trasporto di una donna

Per il secondo obiettivo: fare di persone scarsamente preparate negli uffici di salute della contea dei manager in grado di supervisionare e dare continuità ai servizi nel territorio, ossia garanzia di pronta disponibilità di farmaci e sorveglianza nel loro uso corretto, verifica della qualità dei dati di performance che afferiscono dalle unità sanitarie, competenza nel valutare la qualità dei servizi di diagnosi e cura in rispetto alle linee guida terapeutiche del Ministero della Salute. E poi capacità di stilare un piano di lavoro con indicatori credibili per valutarne la validità nel tempo.

I leader di villaggio sono parte essenziale

I leader di villaggio sono parte essenziale

Sul terzo punto si gioca molto del successo dei programmi di salute. Senza un consenso ed una partecipazione attiva delle comunità beneficiarie ogni intervento verrà recepito come imposto e non armonizzato con le esigenze locali e  quindi avulso da quelli che sono le aspettative della gente. Per far questo è innanzi tutto necessario credere che è proprio nell’investimento sul primo livello del sistema salute, che è appunto quello della  comunità,  che si  creano le condizioni per raccogliere poi  i risultati più sorprendenti. Nella Contea di Yirol West questo è avvenuto in modo sempre più capillare andando a raggiungere comunità che mai erano state invitate ad esprimere i loro bisogni ed essere ascoltati. A loro è stato poi chiesto di contribuire a favore della loro unità sanitaria ad esempio nello scavo della fossa per la raccolta dei rifiuti o del posizionamento delle palizzate su cui poi, con fondi di progetto, apporre la rete di recinzione.  A loro abbiamo spiegato perché è importante portare subito un bambino con la febbre presso l’unità sanitaria visto che, in molti casi, si tratta di malaria. O per quale motivo il parto organizzato a casa è pericoloso e che quindi ci sono le unità pronte ad accogliere le donne in travaglio, in modo che abbiano un parto sicuro e un eventuale riferimento all’ospedale in caso di complicanze. Un valore aggiunto non da poco è stato poi offrire alle mamme un beneficio in termini di “baby kit”, ossia una bacinella per lavare il neonato, una barra di sapone e dei panni in cui avvolgerlo. I leader locali, gli anziani, sono inoltre preziosi perché forniscono un appoggio ai volontari di salute quando devono convincere, ad esempio, il marito di una donna prossima al parto, a far in modo che lei raggiunga per tempo l’unità sanitaria in cui partorire in sicurezza. Si aggiunge poi anche un beneficio monetario per le Traditional Birth Attendance che invece di organizzare il parto a casa accompagnano la donna in travaglio fino all’unità sanitaria.

Se la distanza è consistente c’è un sistema di voucher per i moto-taxi locali che portano la gravida all’unità sanitaria e poi ricevono il rimborso a fine mese.

Insomma le cose semplici sono poi quelle che funzionano meglio. Con una manciata di euro qui si salvano tante vite. 

 

Il baby kit offerto alle mamme

Il baby kit offerto alle mamme

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