Chiulo, Xangongo e Cahama: riprende vigore da questi 3 ospedali della provincia meridionale del Cunene la lotta di Medici con l’Africa Cuamm contro la malnutrizione infantile. Grazie al sostegno di UNICEF, 1 pediatra e 1 capo progetto Cuamm lavoreranno per i prossimi 3 mesi nelle unità nutrizionali delle strutture per assicurare che i piccoli affetti da malnutrizione acuta vengano ricoverati e ricevano le cure adeguate.
Il contesto
Non è bastato dimezzare il numero di persone che soffrono la fame, come imposto dagli obiettivi di sviluppo del millennio entro il 2015; i cambiamenti climatici, l’agricoltura di sussistenza ancora ampiamente diffusa, cattive quanto radicate abitudini alimentari, la precarietà delle condizioni igieniche e strutture sanitarie non preparare ad affrontare i casi più gravi, fanno sì che l’Angola rimanga tra i paesi al mondo con i peggiori tassi di malnutrizione. E le cose non migliorano se guardiamo complessivamente alla salute infantile: ancora oggi, nel paese, muoiono 161 bambini ogni 1.000.
Nell’ultimo anno l’ospedale di Chiulo, dove lavoriamo dal 2000, ha dovuto affrontare le conseguenze di una grave siccità. Nel 2015 il 19% dei pazienti accolti nel reparto di pediatria, ristrutturato nel 2011 grazie al sostegno della Fondazione Parole di Lulù, soffriva di malnutrizione grave; nei primi quattro mesi di quest’anno la percentuale è pari al 15%.
L’intervento
Non solo Chiulo. Complessivamente nei municipi di Ombadja e Cahama, serviti da Chiulo e dagli altri due ospedali coinvolti nel progetto, il 5,5% dei 74.000 bambini con meno di 5 anni soffre di SAM – Severe Acute Malnutrition; il 10% di loro (357 bambini) andrebbe ricoverato per garantire la riabilitazione nutrizionale di cui ha bisogno.
Numeri che raccontano di un’emergenza ma che crediamo di poter ridurre grazie anche al sostegno di Unicef, con cui andremo a:
- riattivare e sostenere le unità nutrizionali dei 3 ospedali di Chiulo, Xangongo e Cahama;
- supportare la distribuzione del cibo terapeutico;
- formare tecnici sanitari al ricovero e al trattamento dei casi di malnutrizione acuta, con e senza complicanze (frequenti infatti sono le infezioni, la tubercolosi, l’HIV, la malaria);
- effettuare supervisioni sui 3 livelli del sistema sanitario, dal comunitario fino a quello ospedaliero cercando ridurre le barriere, fisiche e culturali, che ostacolano l’accesso a servizi e di migliorare la qualità delle cure.
L’obiettivo
L’obiettivo è garantire il ricovero di 303 piccoli pazienti (l’85% di quanti ne hanno bisogno) e trattare adeguatamente tutti gli altri casi nei centri sanitari sparsi nel territorio, mantenendo il tasso di mortalità inferiore al 10%.
Per riuscirci lavoreremo con le autorità locali e a livello comunitario affinché obiettivi e azioni di questo progetto siano davvero partecipati e condivisi da tutti.