Chiudi gli occhi e immagina di essere una giovane donna che vive in un piccolissimo villaggio nel distretto di Iringa, in Tanzania. Il tuo nome è Lydia, stai per partorire; avresti bisogno di assistenza sanitaria ma decine di chilometri e altrettante buche ti separano dal più vicino centro di salute, dove personale qualificato è in grado di darti le cure di cui hai bisogno. Intorno a te ci sono le donne del villaggio; hanno sentito parlare di un ospedale, a Tosamaganga, assistito da personale italiano, di Medici con l’Africa Cuamm: lì il parto è gratuito e sicuro. Decidi di partire ma…come sarà il viaggio?

Inizia da qui, tra immaginazione e realtà, il percorso proposto dai giovani volontari abruzzesi che lo scorso novembre hanno deciso di dare vita ad un gruppo di sostegno di Medici con l’Africa Cuamm. Davanti a un tabellone ispirato al popolare “gioco dell’oca”, i volontari invitano adulti e bambini a comprendere le difficoltà del diventare mamma in Africa. Come? I “giocatori”, o Lydia se preferisci, devono scegliere un numero e aprire la finestrella corrispondente: in ciascuna possono esserci imprevisti che costringono a rimanere fermi uno o più turni, quando per esempio nella struttura sanitaria periferica l’unica ambulanza per il trasporto è già occupata, oppure il viaggio prosegue. A seconda del percorso scelto, Lydia riuscirà o meno a raggiungere l’ospedale.

«Ci è sembrato un modo giocoso ma di impatto per far capire le difficoltà del parto in Africa e l’importanza di un progetto come Prima le mamme e i bambini per migliorare la sicurezza a tutti i livelli del sistema sanitario, dai centri periferici agli ospedali».

A spiegare come funziona il “gioco” è Rita Trozzi, referente del giovane Gruppo Abruzzo. L’auspicio è che dal percorso guidato emerga spontaneo il confronto tra due mondi e che le persone traggano lo stimolo ad approfondire, con particolare attenzione al diritto alla salute nel sua intrecciata rete di fattori ambientali, sociali e sanitari.

Volontari_Cuamm_Abruzzo

Alcuni momenti dell’attività proposta a Chieti a maggio 2015, nel corso della manifestazione Maltattack

«Frequento il 4º anno di medicina – prosegue Rita – e mi sono avvicinata al Cuamm tramite il Segretariato Italiano Studenti in Medicina.Organizzare questo tipo di attività mi dà una grande gioia e un senso del tutto nuovo al mio futuro lavoro. Per ora gli altri membri del gruppo sono studenti di Medicina con caratteri, ambizioni e vite diverse ma insieme riusciamo a combinarci in modo eccezionale. Si stanno creando amicizie e legami forti, anche al di là dell’attività associativa, ma che rafforzano e migliorano quest’ultima».

Se anche tu, come Rita, desideri unire energie ed entusiasmo per far sentire in tutta Italia la voce dell’Africa, contatta uno dei gruppi di appoggio a te più vicino

 

 

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