Dieci giorni nel cuore della Tanzania. Un’immersione nel sistema sanitario africano per capire come è possibile mettere a disposizione conoscenze e competenze per garantire cure e servizi a chi ha più bisogno.
Valter Adamo dell’Azienda Ospedaliera di Pordenone, Solvenio Caroti dell’Ulss 13 Mirano – Ospedale di Dolo e Giuliano Carlo Zanni dell’Ulss 6 Vicenza, hanno visitato gli ospedali di Mikumi e Tosamaganga in Tanzania accompagnati daGiovanni del Frate, ex primario di ginecologia a San Daniele del Friuli, membro del Collegio dei primari e medico Cuamm con lunga esperienza d’Africa.
Il tutto nell’ambito del progetto “Una vita per una vita”, che vede i Reparti di ostetricia e ginecologia del Triveneto a fianco di Medici con l’Africa Cuamm per promuovere il diritto alla salute di mamme e bambini africani. Grazie alla forte adesione del Collegio dei Primari e del Collegio interprovinciale delle ostetriche, i primari, insieme a infermieri e ostetriche dei loro reparti, sono in prima linea per sostenere il progetto “Prima le mamme e i bambini” con cui Medici con l’Africa Cuamm intende garantire in cinque anni il parto gratuito e sicuro a 125.000 mamme di 4 paesi africani.
Il titolo dell’iniziativa “Una vita per una vita” deriva dall’idea che una mamma che ha appena dato alla luce una vita nuova, accompagnata da tutto il personale sanitario delle strutture in cui partorisce, con un piccolo contributo può garantire ad un donna africana la stessa possibilità. Una vita appena nata, per una vita in Africa che nascerà. Un sistema sanitario, qui, come ponte di sensibilizzazione per il sostegno della crescita della sanità in Africa.
A meno di anno dall’avvio del progetto, grazie alla generosità di 199 mamme del Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige sono stati raccolti 10.200 euro che consentiranno di garantire parti sicuri e gratuiti in Tanzania, Etiopia, Angola e Uganda.
«Attraverso questo viaggio anche i colleghi hanno potuto toccare con mano le complessità della gestione sanitaria in contesti a risorse limitate. La realtà supera ogni immaginazione…» dichiara il dott. Del Frate.
«L’esperienza vissuta con questo viaggio ha dato la possibilità di capire e sperimentare direttamente quanto importante sia l’azione che, anche da realtà apparentemente lontane come sono i nostri Reparti, consente di creare un legame concreto ed aiutare situazioni cosi difficili per risorse limitate ma che sono fondamentali non solo sotto l’aspetto sanitario ma anche sotto l’aspetto educativo della popolazione. Il progetto “Una vita per una vita”, il progetto che impegna i Medici del Cuamm e l’Organizzazione sulla “Denutrizione dei Bambini”, l’esperienza vissuta a Tosamaganga nel constatare come una splendida figura come “Sister Teresa” rappresentasse un punto di riferimento per giovani madri locali che venivano ad esporre i loro problemi, evidenziano modi diversi ma sicuramente importanti ed efficaci nell’affrontare problematiche che diversamente non troverebbero aiuto e tanto meno miglioramento. Certo, a volte si può avere la sensazione di una goccia caduta nell’Oceano, ma preferisco pensare a tanti semi gettati su un campo fertile che daranno splendidi frutti ed è giusto ,dai nostri posti privilegiati, sostenere il lavoro dei nostri Amici che abbiamo conosciuto e che si impegnano in realtà cosi difficili e disagevoli» è lariflessione del dott. Adamo dell’Ospedale di Pordenone.
«Il contributo degli operatori è notevole ma non sufficiente. Le necessità sono innumerevoli. Il progetto “Una vita per una vita” dimostra che le forme del sostegno possono essere diverse e che tanto si può e si deve fare da qui»,sottolinea il dott. Caroti dell’Ulss 13 Mirano – Ospedale di Dolo.
Il dott. Zanni dell’Ulss 6 Vicenza riassume così l’esperienza vissuta: «Il viaggio in Tanzania è stata un’occasione per capire. Ho visto gli ospedali, ma anche come vivono i cooperanti, ho conosciuto persone che hanno dedicato una parte più o meno grande della loro vita all’Africa. Credo che sia stato proprio il vedere e insieme parlare con chi ha vissuto e vive il problema della salute della donna in questo Paese che ci ha permesso di capire meglio quanto rischia una donna che partorisce. Quali potrebbero essere le strade per migliorare, e quanto grandi siano ancora gli ostacoli per realizzare i progetti, sono stati argomenti che abbiamo frequentemente affrontato. L’iniziativa “Una vita per una vita”, alla quale anche noi a Vicenza aderiamo, rappresenta una modalità che, se correttamente sostenuta, può contribuire a fare molto. Ritengo però abbia già in se un’ autonomia di risultato: dimostrare la grandezza della solidarietà che esiste fra le donne. A noi, che siamo appena tornati, il compito di mettere in mano a queste donne gli elementi per poterla esprimere completamente».
Da parte di tutti è emersa forte e condivisa la percezione di continuare sulla strada tracciata con un impegno più profondo e proficuo a favore di Medici con l’Africa Cuamm e della sua battaglia per la tutela della salute materno infantile.
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