Matteo Bottecchia, Country Manager di Medici con l’Africa Cuamm in Sierra Leone, racconta l’emozione della consegna di una nuova ambulanza per la comunità, avvenuta nel mese di giugno 2015 grazie al sostegno di CEI e Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale:
Due giorni fa viaggio a Jendema, località estrema del Distretto di Pujehun a ridosso del confine con la Liberia, si raggiunge con 6 ore di viaggio su strade impossibili, oltre il fiume Moa, il cui livello è ancora abbastanza basso da permettere il funzionamento del ferry boat.
Ci sono andato, assieme al District Medical Officer e al Chairman del District Council (la più alta carica politica nel distretto), per dare in consegna alla comunità la nuova ambulanza. Servirà per il riferimento delle urgenze, principalmente ostetriche ma anche di altro genere, dai chiefdom e dai villaggi del distretto che si trovano oltre il fiume Moa. Lavorerà assieme ad un call center appositamente creato presso l’ospedale di Pujehun, per coordinare le richieste e decidere se debba essere l’ambulanza di Pujehun o quella periferica di Jendema a muoversi. Durante la stagione delle piogge, quando il ferry boat avrà sospeso il servizio e il fiume Moa sarà attraversabile solo in barca a motore, le due ambulanze lavoreranno in contemporanea, incontrandosi al fiume.
Le comunità hanno espresso tutta la loro gioia e gratitudine per il nuovo servizio, che permetterà di salvare delle vite e migliorare i servizi sanitari per una vasta porzione del Distretto. Le chiavi della nuova ambulanza sono state simbolicamente affidate dal Cuamm alle autorità distrettuali, da queste alle autorità locali e infine consegnate nelle mani dell’autista, Bockarie “Kenie” Allieu, selezionato per il difficile compito di guidare l’ambulanza.
Sono passati solo due giorni e, oggi pomeriggio, Kenie ha colto tutti di sorpresa entrando nell’ufficio del Cuamm a Pujehun, mentre ci domandavamo “che cosa ci fa qui anziché essere a Jendema?”. Ha iniziato il suo lavoro, una prima emergenza ostetrica ha raggiunto in sicurezza l’ospedale di Pujehun dove troverà tutte le cure necessarie. I prossimi mesi saranno decisivi per capire se il sistema funziona e se è effettivamente in grado di ridurre le cifre vertiginose della mortalità materna in Sierra Leone. Quello di oggi è un buon segno e un buon inizio.