È stato presentato ufficialmente oggi ad Arua, in Uganda, il nuovo progetto di Medici con l’Africa Cuamm volto al rafforzamento del sistema sanitario della regione del West Nile e del distretto di Kiryandongo, per garantire assistenza alimentare e sanitaria alle mamme e ai bambini della zona, sia tra la popolazione residente, che tra i rifugiati del Sud Sudan.
In sei distretti coinvolti, puntando in primo luogo sulla formazione e il potenziamento delle capacità del personale già presente negli ospedali e nei centri di salute dell’area, per una rete di 257 strutture sanitarie, l’obiettivo è di migliorare la qualità dei servizi sanitari a cui accede una popolazione di oltre 2.180.000 ugandesi e quasi 1.000.000 di rifugiati. Di questi, oltre 160.000 sono donne in gravidanza o in allattamento e oltre 564.600 sono bambini sotto i 5 anni. Con un investimento di oltre 1.800.000 dollari da spendere in 12 mesi, si interverrà per rispondere nell’immediato e nel lungo periodo ai bisogni sanitari ed alimentari di una popolazione in rapidissima crescita, con migliaia di arrivi al giorno dal Sud Sudan.
La regione di West Nile e il distretto di Kiryandongo, con circa 2.700.000 abitanti, sono infatti in prima linea nell’accoglienza dei Sud Sudanesi in fuga dagli scontri e dalla fame. Nei 19 campi rifugiati distribuiti nella zona si è già superato il milione di persone ospitate e si prevede che entro la fine dell’anno saranno 1.200.000 i rifugiati Sud Sudanesi presenti nell’area.
Numeri coerenti con la politica di apertura dell’Uganda nei confronti dei rifugiati in fuga dal Sud Sudan, che però richiedono con urgenza un intervento in West Nile, regione di confine già economicamente svantaggiata, dove l’aumento della popolazione presenta potenziali rischi per la salute delle persone. Il governo Ugandese ha quindi individuato la necessità di rafforzare il sistema sanitario della zona, nel quadro del piano REHOPE (Refugee and Host Population Empowerment Policy). Va in questa direzione il progetto di Medici con l’Africa Cuamm, sviluppato con Unicef in collaborazione con le autorità locali, presentato a tutti gli attori locali coinvolti, in una due giorni di incontri (tra il 3 e il 4 ottobre) volti a favorire la condivisione di dati, buone pratiche e obiettivi dell’intervento.
«Il nostro progetto in West Nile e nel distretto di Kiryandongo è iniziato ad agosto – spiega Peter Lochoro, medico ugandese, rappresentante paese di Medici con l’Africa Cuamm – e questi due giorni di incontri ad Arua sono stati per noi importanti per coinvolgere i partner nel nostro lavoro e condividere obiettivi comuni. Per Medici con l’Africa Cuamm è un ritorno in West Nile, regione in cui abbiamo fino a pochi anni fa. Le autorità hanno accolto in maniera molto positiva il nostro ritorno, complimentandosi per i risultati che abbiamo raggiunto in altre aree dell’Uganda. Tutti hanno espresso piena fiducia nella possibilità di portare insieme miglioramenti significativi anche qui, in questa regione che negli ultimi mesi si è trovata in prima linea nell’accogliere i rifugiati del Sud Sudan, pur con i pochi mezzi a disposizione».