Padova, 30 novembre 2016 – Il 1 dicembre sarà una giornata di mobilitazione in Africa, dove il problema dell’Aids è più che mai attuale. A Beira, in Mozambico, una grande marcia porterà in strada migliaia di persone, tra cui anche tutti gli operatori del Cuamm e i gruppi supportati; ma anche nelle diverse sedi di progetto sparse per il continente, dalle città ai piccoli centri di salute come quello di Bugisi, in Tanzania, sono previsti momenti di festa, incontro e sensibilizzazione. Perché per combattere l’Aids in Africa resta molto da fare e c’è bisogno dell’impegno di tutti.

Nel corso del 2015, infatti, sono oltre 15.700 le persone messe in trattamento antiretrovirale da Medici con l’Africa Cuamm, che da sempre si impegna nella lotta contro l’Hiv/Aids. Era il 1985 quando, nel corso della conferenza dei medici tanzani a Tosamaganga, un team di medici italiani e tanzani del Cuamm, per la prima volta, parlava di Aids in Africa, portando all’attenzione della comunità scientifica casi osservati nell’ospedale di Bukoba, sempre in Tanzania. A distanza di oltre trent’anni molte persone in Africa ancora non sono consapevoli dei rischi che corrono o di quello che possono fare per evitare il contagio. Troppo spesso i pazienti abbandonano le cure perché scoraggiati, emarginati o privi di mezzi. È a queste persone che Medici con l’Africa Cuamm vuole rivolgersi, per garantire loro il diritto alle cure.

«Nei 7 paesi dell’Africa sub-sahariana in cui operiamo – spiega don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm – lottiamo contro l’Hiv/Aids intervenendo sul rinforzo del sistema sanitario locale, a tutti i livelli: dalla promozione del test, all’erogazione del trattamento, fino all’assistenza psico-sociale delle persone sieropositive. Puntiamo su “interventi chiave”, come la prevenzione della trasmissione madre-figlio, la prevenzione tra gli adolescenti e lo sviluppo di procedure coerenti con le nuove linee guida del “test & treat”».

Di seguito la presentazione dei principali progetti portati avanti dal Cuamm nei diversi Paesi di intervento.

 

Tanzania – Test & Treat: diritto al trattamento per tutti

Nelle regioni di Shinyanga e Simiyu, nel Nord della Tanzania, è iniziato nel mese di novembre 2016 un programma che in cinque anni si propone di mettere in trattamento 20.000 persone sieropositive con l’approccio del Test & Treat, il più innovativo, suggerito dalle linee guida internazionali. Diversamente da quanto si fa ad oggi in Tanzania e in molte parti dell’Africa, infatti, questa modalità di cura si propone di mettere in trattamento con i farmaci antiretrovirali tutti i pazienti che risultano positivi all’Hiv, non solo quelli con il sistema immunitario gravemente compromesso. In questo modo si può garantire una maggiore certezza nella prevenzione della diffusione del virus, oltre che un miglioramento delle prospettive di vita dei pazienti. A Bugisi, piccolo dispensario rurale dove tra il 2015 e il 2016 è stato condotto il progetto pilota, sono state oltre 1.300 le persone messe in trattamento con questo approccio.

 

Mozambico – Una rete capillare, con attenzione ai giovani

Lavorando nei centri di salute di Beira, la seconda città del Mozambico – con una prevalenza del virus del 15% sulla popolazione, il Cuamm svolge attività di test, trattamento e follow-up delle persone malate di Hiv/Aids. In un anno sono state 3.367 le future mamme sieropositive messe in trattamento e 342 gli adolescenti. Si conferma così un’attenzione particolare per i giovani, tra le fasce più a rischio di trasmissione del virus (20% di prevalenza), soprattutto per la scarsa informazione sui temi della salute riproduttiva. Oltre che garantire il servizio di sportelli informativi e di trattamento specifici per gli adolescenti, il Cuamm incoraggia la formazione di associazioni di “attivisti per la salute”, che in città fanno teatro di strada, cercano casa per casa le persone che abbandonano le cure e offrono ascolto e assistenza medica. È l’esempio delle mamme sieropositive dell’associazione Kuplumussana (“Aiutarsi a vicenda”) o dei giovani dell’associazione Geração Saudavel (“Generazione in salute”), che entro la fine del 2018 vogliono portare a fare il test per l’Hiv quasi 142.000 ragazzi e ragazze tra i 10 e i 24 anni.

 

Uganda – Prevenire la trasmissione madre-figlio

A Nord del Paese, nella regione della Karamoja, il Cuamm sostiene il progetto del Governo Eliminating Mother to Child Transmission, che vuole impedire la trasmissione del virus dalla madre al neonato nel corso della gravidanza. Sono state 575 le madri sieropositive messe in trattamento nel corso del 2015, in 52 strutture sanitarie coinvolte sul territorio, su oltre 4.150 pazienti trattati per Hiv/Aids nelle aree di intervento del Cuamm.

 

L’impegno trasversale in Africa e in Italia

Oltre ai progetti specifici, l’impegno per la lotta contro l’Hiv/Aids è per Medici con l’Africa Cuamm un punto costante del proprio intervento. In tutti gli ospedali in cui opera infatti garantisce l’attività ospedaliera di trattamento e cura per i pazienti che accedono alle strutture.

Per quanto riguarda l’Italia, proprio il 1 dicembre, a Milano, il Cuamm parteciperà al convegno “L’impegno dell’Italia nella lotta globale contro l’Aids”, organizzato da Coopi con Osservatorio Italiano per la lotta contro l’Aids. Lo stesso giorno, Andrea Atzori, responsabile per le relazioni internazionali del Cuamm, sarà ospite del programma di TV2000 Today, condotto da Andrea Sarubbi. La puntata sarà dedicata al tema della lotta all’Hiv/Aids e alla situazione sanitaria del Mozambico.

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