Vogliamo affidare il ricordo di don Enrico Chiavacci, figura di riferimento della teologia morale italiana post-conciliare, alle parole che ha pronunciato al Cuamm in occasione di una Giornata di studio nel marzo 2002.
“Dobbiamo avere una visione globale; non possiamo pensare all’umanità come ad un’astrazione, ma a un insieme di esseri umani, ognuno dei quali ha di fronte a noi il diritto alla condivisione, all’attenzione, alla premura, alla cura”.
Ospite a Padova, presso la sede del Cuamm, di fronte a una sala gremita di pubblico, don Chiavacci ha lanciato un accorato appello a intendere globalmente il tema della salute, che coinvolge l’”intera famiglia umana”.
“Per il cristiano non esiste il confine di Stato se non per fini amministrativi, esiste solo la famiglia umana. Questo è il dato emerso chiaramente dal Concilio Vaticano II nella Gaudium et Spes. La vera idea di pace è rendere più umana la vita di ogni essere umano ovunque sulla terra: quindi noi siamo responsabili di tutto. Non possiamo guardare ai problemi della salute dell’area ricca del mondo, perché l’area ricca del mondo è una minima frazione di umanità, un sesto dell’umanità: l’umanità è tutto il resto. Non possiamo ignorare questo e non sentire come nostro, di ogni cristiano, il dramma che la famiglia umana sta vivendo, dovunque, in tanti modi diversi”.
Un appello che è sempre più vivo e attuale, anche per Medici con l’Africa Cuamm.