Cinquemila presenze e oltre cinquanta eventi, relatori italiani e internazionali, 180 studenti venuti anche da altre città come volontari: è questo il resoconto del primo Festival della Salute Globale che si è svolto a Padova dal 5 al 7 aprile scorsi.

volontari

Un successo di pubblico ma anche di contenuti che sono emersi e sono stati raccontati alla cittadinanza: riflessioni sui sistemi sanitari e sull’accesso alla salute, sguardi aperti sui prossimi scenari economici e sulle necessarie scelte ambientali, barriere alle cure e strategie per superarli, interventi sulle nuove frontiere della medicina ma anche sul ruolo delle politiche. Insomma, tre giorni dedicati a guardare al nostro mondo e come farlo stare bene, consapevoli che la salute di tutti è anche la nostra.

pedrocchi

Medici con l’Africa Cuamm è stata pienamente partecipe del Festival, come partner. Da un lato ha curato la gestione dei volontari: studenti giovanissimi, quasi tutti ventenni, che hanno deciso di prestare servizio e contribuire a costruire il Festival in questa sua prima edizione. Molti padovani, ma anche qualcuno venuto da fuori, come Antonia che dall’Irpinia ha preso il treno per guardare da vicino la salute globale e riparte dicendoci che «i ricordi legati a questa esperienza mi guarderanno dall’alto, ammonendomi e richiamandomi a un ulteriore impegno».

D’altro lato il Cuamm è stato protagonista nel fine settimana di cinque eventi, che hanno registrato il tutto esaurito, con cui ha voluto raccontare i molti filoni di lavoro, tutti parte della costellazione della salute globale. Il talk con don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm, ha voluto tracciare, nella solenne Aula Magna dell’Università, un quadro del lavoro del Cuamm in Africa, guardando a quelle barriere – economiche, geografiche, culturali – che limitano così tanto l’accesso alle cure ed evidenziando poi come però le cose possano cambiare, «migliorare lentamente attraverso un lavoro quotidiano per lo sviluppo, che porti la salute fino all’ultimo miglio».

Il sabato è stata protagonista la nostra rivista “Salute e Sviluppo”, arrivata al suo 30°compleanno: guidata dal 1989 dal Professor Gavino Maciocco, ha alimentato negli anni la riflessione e lo studio sui grandi temi della cooperazione e delle politiche sanitarie e durante il Festival abbiamo ripercorso la strada fatta fin qui insieme a chi l’ha costruita: docenti, medici, autori, studenti. E rilanciando in avanti: aumentano le sfide e la complessità del panorama intorno e la rivista continuerà a leggerle con rigore.

Sempre sabato poi una tavola rotonda al Musme con grandi nomi dell’innovazione in campo sanitario: un’innovazione “capovolta” la abbiamo definita, perché porta intuizioni e tecnologie a servizio del sud del mondo. Dall’odòn, strumento ostetrico che può aiutare i parti difficili anche dove c’è poco personale sanitario, come in Africa ad esempio, ai cuscini per il parto di Cuamm, dalle tecnologie di ingegneria genetica per limitare la riproduzione delle zanzare e di conseguenza fermare la malaria fino alle nuove terapie per l’HIV; alla presenza poi di un esperto di UNITAID, finanziatore internazionale di progetti di salute globale nel sud del mondo.

innovazione

E poi due eventi dedicati ai più giovani: uno per parlare di formazione ed esperienze sul campo in Africa e un altro che ha portato in scena, al teatro dell’Auditorium San Gaetano, una performance teatrale costruita da studenti dell’Università con una riflessione sulla salute globale.

teatro

Una prima edizione intensa, come numeri e temi, in cui siamo riusciti a portare la nostra idea di salute globale e rappresentare i valori del Cuamm. Alla prossima edizione!

 

 

 

 

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