«Quante mamme muoiono di parto? Quante non ricevono un’adeguata educazione?» Per don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm, l’uguaglianza di genere inizia dal coraggio di guardare ai drammi che silenziosamente ancora si consumano a sud del Sahara e dal coraggio di trovare risposte condivise «perché da soli non si va da nessuna parte». L’ha ribadito anche ieri nel corso della conferenza “Il contributo del Fondo Globale alla salute globale nell’ambito dell’Agenda 2030”, organizzata a Roma all’Istituto Superiore di Sanità da Ministero Affari esteri, Fondo Globale e Amici del Fondo globale.

Chiamato a condividere l’esperienza del Cuamm, don Dante Carraro nel corso del suo intervento ha portato l’attenzione sul campo, il cuore dell’intervento dell’ong padovana:

«Il Sud Sudan ha in media un’ostetrica ogni 20.000 donne che partoriscono. Non c’è dubbio che formazione e coinvolgimento degli operatori sanitari locali e, prima ancora, delle donne, della famiglia, della comunità sono dentro il tema dell’uguaglianza di genere. Il lavoro è enorme, affascinante». 

A Roma ieri, oltre a don Dante Carraro, c’erano anche  il Direttore esecutivo del Global Fund, Mark Dybul; il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Margaret Chan; il Ministro della Salute italiano, Beatrice Lorenzin; il Ministro degli Esteri etiope Tedros Adhanom; il Ministro della Salute sudanese Bahr Idriss Abu Garda; il Presidente dell’Istituto superiore di sanità, Walter Ricciardi; il Direttore generale della Cooperazione italiana allo sviluppo, Giampaolo Cantini; il Direttore dell’Agenzia italiana per la Cooperazione allo sviluppo, Laura Frigenti; il Sottosegretario agli Affari esteri e alla Cooperazione internazionale, Benedetto Della Vedova. Proprio quest’ultimo ha annunciato un aumento del finanziamento dell’Italia al Fondo globale pari al 30% per il triennio 2017-19, arrivando quindi alla soglia di 130 milioni.

A questo proposito don Dante Carraro ha commentato:

«Molto è stato fatto e molto resta da fare per battere la malaria, la tubercolosi e l’AIDS. Il nostro cuore e il nostro impegno vanno in particolare ai più vulnerabili e poveri del nostro pianeta, mamme e bambini in primis. Con le autorità e con le comunità locali in primis  e con il network internazionale: insieme possiamo farcela! Ecco l’importanza di una giornata come oggi. Crediamo che la partnership pubblico e privata se ben orientata possa aiutare a sostenere la spinta all’uguaglianza di genere che vuol dire di tutti, uomini, donne, famiglie».

 

Per approfondire:

Visita il sito del Fondo Globale per la lotta all’Aids, tubercolosi e malaria, un organismo multilaterale composto da governi, società civile e settore privato.

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