In Sud Sudan, nello Stato dei Laghi, Medici con l’Africa Cuamm è presente da dieci anni, ma negli ultimi due il suo intervento si è esteso notevolmente.
Oggi il Cuamm, tramite fondi di un pool di grandi donatori (Hpf), nonché della Cooperazione Italiana, Unicef e Wfp, si fa carico di tenere in piedi il sistema sanitario governativo che include novanta unità sanitarie di cui tre ospedali: Yirol Hospital, Cuibet Hospital e Rumbek Hospital. È il più importante impegno del Cuamm in Africa in termini finanziari, ma anche organizzativi visto che si realizza in aree di difficile accesso e pericolose per i continui conflitti tribali volti per lo più al possesso del bestiame. Scontri che rendono arduo e rischioso il lavoro degli operatori e del personale sanitario locale che adesso supera le 750 unità.
I progetti in corso includono anche la componente nutrizionale grazie al sostegno di Unicef e Wfp che ha scelto Medici con l’Africa come l’unica organizzazione non governativa affidabile e capace di andare ad erogare i servizi in questo vasto territorio riuscendo a raggiungere gli ultimi e più vulnerabili.
Progetti che a pieno titolo si realizzano “nell’ultimo miglio”!
Il terzo dei tre ospedali prima citati, quello di Rumbek, è di riferimento per 4 contee e ha una popolazione totale stimata per il prossimo anno di quasi 570.000 persone, di cui il 45,8% di età inferiore ai 15 anni ed una popolazione stimata di donne in gravidanza di 33.000 unità, di cui per quasi 5.000 ci si aspetta che avranno delle complicanze di parto.
È facile capire, anche per i non addetti ai lavori, quanto grande possa essere la responsabilità di portare avanti un tale impegno. Una sfida che si può vincere solo contando su personale motivato e pronto a farsi carico, ben oltre le ore di lavoro di contratto, di un lavoro difficile, in contesto ambientale che spesso ti mette a dura prova, dove oltre le sette di sera vige il coprifuoco e il caldo nel periodo secco dell’anno, da febbraio a giugno, è torrido e leva il respiro.
Ma in questi contesti noi operatori del Cuamm ci ritroviamo a interfacciarci con persone speciali che hanno fatto voto di dedicare la propria vita agli altri, prima di tutto i piu’ sofferenti, gli abbandonati, i disabili, i più fragili. Tra loro i missionari Comboniani e le missionarie della Carità, le Sorelle di Madre Teresa che a Rumbek Town, a poche centinaia di metri dall’ ospedale, hanno da tanto tempo una loro casa di accoglienza.
La specialista pediatra del Cuamm che lavora in ospedale, Grace Idrako, e le altre nutrizioniste parte del nostro team (Jane Aloyo, Gloria Ciadia, Rebecca Amat e Kasara Rukia) sono assidue frequentatrici di questa casa speciale. In pochi mesi hanno preso in cura tutti i bambini lì presenti, molti dei quali gravemente malnutriti, perché arrivati qui per miracolo, così come Irina, la bimba di 4 mesi che stavano per seppellire insieme alla sua mamma deceduta al momento del parto, pensando impossibile che fosse ancora viva.
E come lei ce ne sono tanti altri di bambini miracolati che sono custoditi da queste suore missionarie eccezionali. Quando le condizioni dei bambini sono gravi vengono ricoverati in ospedale e, una volta stabilizzati, riaccompagnati alla casa delle Sorelle di Madre Teresa.
Sono stato inviatato a vistare questa realtà tre giorni fa, il 18 dicembre, a poca distanza dal Natale. I bambini e le loro mamme mi hanno accolto con canti e danze, con un affetto sincero. È stata una forte emozione incontarli e vedere il grande lavoro che il nostro personale sta svolgendo lì da tanti mesi.
Un impegno di cui dobbiamo essere fieri e che riflette l’essenza del nostro essere qui.
In quei bambini, in quegli occhi luminosi e nei loro sorrisi, davvero si sente pulsante la forza della vita nuova, della speranza, dell’amore che il Bambino Gesù ci è venuto a portare e che qui, senza ombra di dubbio, si trova a proprio agio e si fa riconoscere.
Giovanni Dall’Oglio, medico Cuamm a Rumbek