In un Paese in cui ci sono solo 68 pediatri per più di 12 milioni di bambini e oltre il 90% dei bambini non è trattato con medici pediatrici, il tema della salute infantile e della sua tutela è più che mai attuale. Per questo il Secondo Congresso Nazionale di Pediatria del Mozambico che si è tenuto a Maputo, capitale del Mozambico, tra il 25 e il 28 ottobre ha segnato un importante momento per il dibattito nazionale, a cui il Cuamm non ha voluto mancare.

Organizzato da AMOPE (Associação Moçambicana de Pediatras – Associazione Mozambicana dei Pediatri) e intitolato “La salute dei nostri bambini e adolescenti è la nostra priorità”, l’evento è stato aperto da Nazira Adbula, ministra della salute mozambicana. Per il Cuamm era presente la nostra dottoressa Olga Denysyuk, neonatologa in servizio all’Ospedale di Beira.

È stata un’occasione per promuovere la discussione sulle cure integrate nei bambini, al fine di controllare le principali malattie causa di malattia e mortalità in Mozambico. Ad oggi, infatti, nascite premature, asfissia ed infezioni sono le principali cause di morte dei neonati; mentre Hiv/Aids, malaria, tubercolosi, malnutrizione, malattie respiratorie e diarrea continuano a colpire ancora troppi bambini durante la prima infanzia. Si osservano dei passi avanti, ma c’è ancora molto da fare, come ha spiegato Valéria Chicamba, direttrice del Programma Nazionale di Pediatria:

«C’è stata una riduzione del tasso di mortalità infantile, parlando in termini globali, che ha visto il Paese passare da 178 morti su mille nascite nel 1998, alle attuali 64 su mille, ma c’è ancora molta strada da fare, tenendo conto del numero di pediatri in grado di curare i nostri bambini. Abbiamo 0.6 pediatri ogni 100 mila bambini con meno di 15 anni, quindi anche questi professionisti sono molto pochi rispetto ai nostri bisogni ed ai numeri di riferimento del resto del mondo».

Anche il Cuamm fa la sua parte per garantire l’assistenza sanitaria ai bambini del Mozambico: nella Neonatologia dell’Ospedale Centrale di Beira infatti dal 2011 portiamo avanti un intervento che ha provveduto alla riabilitazione della struttura, l’allargamento dell’area per la terapia “madre canguro” riservata ai bambini prematuri, oltre che fornire l’equipaggiamento e la formazione “on the job” del personale locale.

In Mozambico, oltre ai 68 specialisti mozambicani, il sistema e’ rinforzato da 13 pediatri stranieri, per un totale di 81 medici. Si mantiene inoltre una forte disugualianza geografica che vede ben 58 di questi specialisti concentrati nella capitale Maputo, lasciando solo 23 pediatri nelle restanti 10 Province. Questa realtà rende ancora più difficile la lotta alla mortalità infantile, che attualmente ammonta appunto a 64 morti ogni 1000 nati vivi.

Related News