Sfruttare al meglio le risorse disponibili è una regola sempre valida che si rivela però ancor più preziosa quando si interviene nell’ultimo miglio. Lì dove i mezzi scarseggiano e le necessità sono tante, studiare e applicare i metodi di intervento più efficaci può fare la differenza per la vita di tante persone.
Con questo obiettivo Medici con l’Africa Cuamm e l’Università di Siena, con il sostegno del Ministero Affari Esteri italiano, hanno realizzato un progetto nei distretti rurali di Wolisso, Goro e Wonchi, in Etiopia. L’obiettivo era quello di mappare le strutture sanitarie della zona – un ospedale e 77 centri di salute –, capire quali sono le distanze che le separano e quali i tempi necessari alla popolazione residente per raggiungerli a piedi o con un mezzo di trasporto. In questo modo è stato possibile progettare una riorganizzazione delle ambulanze che rende più tempestivo il loro intervento: se, fino ad ora, partivano quasi tutte dall’ospedale di Wolisso, adesso potrebbero essere dislocate in 5 nuove basi di partenza. Questo permetterà di soddisfare entro un’ora le eventuali richieste di intervento del 62% della popolazione, con un miglioramento, rispetto alla situazione attuale, di oltre il 16%.
I risultati sono stati raccolti nel Map Atlas, un volume che è stato presentato lo scorso giugno alle autorità sanitarie locali e ai responsabili delle strutture coinvolte. A illustrare il progetto, nel corso della cerimonia al St. Luke Hospital di Wolisso, sono stati il professor Pier Lorenzo Fantozzi del dipartimento di Scienze fisiche, della terra e dell’ambiente dell’Università di Siena e il team di Medici con l’Africa Cuamm.
Analizzare gli scenari, studiare le opportunità e prendere la decisione più efficace con i mezzi a disposizione: questa è la strada che Medici con l’Africa Cuamm ha deciso di imboccare ormai 67 anni fa, e che ancora oggi guida gli interventi in sostegno dei più deboli.
«Gli atlanti per ora sono stati distribuiti ai capi delle Woreda, i distretti. Il testo è di facile comprensione e rende più immediata la conoscenza della geografia del nostro territorio di azione. È inoltre uno strumento utile a supporto di chi è nuovo del posto. Può essere utilizzato anche per ampliare la conoscenza e localizzare altri bisogni o fenomeni legati alla salute delle comunità, oltre a riportare le distanze e tempi di accesso ai centri di salute e ad altri servizi per il parto sicuro.
L’atlante rappresenta davvero un grande aiuto per le nostre attività».
Carlo Resti, Medico esperto di Salute Pubblica capoprogetto a Wolisso