Dal 2017 Medici con l’Africa Cuamm è presente a Gambella, una delle regioni più povere dell’Etiopia, con l’intervento “Maggiore equità e qualità dei servizi sanitari”, un progetto di prevenzione ed assistenza alle comunità, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e donatori privati. Il dottor Filippo Curtale ne è coordinatore e ci racconta dei risultati e delle soddisfazioni che il progetto sta dando in questi mesi. Gli ultimi anni lo hanno visto impegnato sempre in Africa ma in programmi sanitari, nelle capitali, facendogli perdere il contatto con i beneficiari. Questo progetto gli ha permesso di riavvicinarsi alla cooperazione nella quale crede e crediamo, una cooperazione di lungo termine basata sulla sostenibilità, sul capacity building, sul rafforzamento del sistema sanitario, il cui obiettivo è promuovere e avvicinare i servizi alle comunità. L’impatto dell’intervento è già visibile nelle aree più isolate e sulle comunità che le abitano, dalla ricostruzione della maternità in un centro di salute, all’installazione dei sistemi fotovoltaici fino alla formazione del personale e all’assistenza tecnica degli operatori e delle istituzioni a livello regionale.
“Il vero successo, per il progetto e personalmente, è che la popolazione capisca l’importanza del diritto alla salute, dell’accesso ai servizi sanitari e del mantenimento delle strutture che contribuiamo a sviluppare. L’inaugurazione della maternità ristrutturata nel centro di salute di Mender è stata una piccola dimostrazione di questo cambiamento; la comunità ha partecipato attivamente alla sistemazione del centro di salute, facendosi carico della pulizia e del mantenimento della struttura. Il grande valore aggiunto poi è l’opportunità di lavorare con i colleghi etiopi, alcuni dei quali provenienti da Addis Abeba e da altre regioni del paese, decisi a spendersi in prima persona e motivati dalla voglia di impegnarsi per le popolazioni della regione di Gambella, diverse per lingua, cultura e tradizioni. La loro determinazione rinforza la mia, dando stimolo al lavoro quotidiano e contribuendo ad impiegare al meglio le risorse del progetto. È complesso riuscire a trovare delle risorse umane qualificate disposte a lavorare in questa zona, molto impegnativa per condizioni climatiche, per la sicurezza instabile e per la posizione geografica di frontiera dove la maggior parte delle organizzazioni presenti sono impegnate nei campi per rifugiati e pochissime invece nel lavoro con la popolazione locale. Perciò, diventa ancora più gratificante percepire il rispetto e la riconoscenza delle comunità locali per il fatto di essere lì, a loro fianco, con un programma di lungo termine. Sicuramente senza il lavoro di squadra, non saremmo stati in grado di ottenere i risultati finora raggiunti. L’aspetto più sfidante dell’intervento rimane sicuramente la creazione della domanda di servizi di salute. Offrendo alle donne della comunità una tazza di caffè e attraverso rappresentazioni teatrali comunitarie, si riescono a trasmettere messaggi di sensibilizzazione sull’importanza delle visite pre e post-natali, del parto assistito, delle vaccinazioni, della prevenzione dell’HIV/AIDS, e a diffondere buone pratiche nutrizionali e di cura. I colleghi etiopi sono davvero fondamentali per creare il contatto con le comunità e conquistare la loro fiducia. È lavorando insieme a loro che imparo ogni giorno come interagire con i beneficiari e come motivarli perché è davvero essenziale far comprendere loro che l’accesso alla salute è un diritto di tutti.”
Grazie al contributo di