A poco più di un mese dalla devastazione di Idai, un altro ciclone si è abbattuto sul Mozambico. Giovedì 25 aprile, la provincia di Cabo Delgado, è stata colpita dal ciclone Kenneth, che con i suoi 200 km/orari, ha spazzato via gran parte delle abitazioni. Ad oggi si contano 38 vittime, oltre 160.000 persone bisognose di aiuto, 20.700 sfollati accolti nei centri, circa 35.000 case danneggiate, 14 unità sanitarie pesantemente colpite, e ancora scuole, ponti, e diversi edifici abbattuti.
«Pemba è stata allagata – spiega Giovanna De Meneghi, responsabile dei progetti del Cuamm in Mozambico – e anche molte zone rurali. Ciò che temiamo ora sono le esondazioni dei fiumi. Molti corsi d’acqua erano già al massimo della portata perché siamo alla fine della stagione delle piogge. Queste nuove e intense precipitazioni potrebbero aumentare ulteriormente il livello e potrebbero portare allo straripamento. Ovviamente ci auguriamo che non si arrivi a questa situazione».
La città ha sofferto molto: le immagini ricevute dicono di zone interamente allagate o spazzate via dall’erosione dell’acqua. Molti operatori dello staff locale del Cuamm hanno subito danni. Le costruzioni sono per lo più fatte di fango secco e bambù e tutte le case di questo tipo sono state distrutte dalla pioggia. Moltissimi hanno perso le loro scorte alimentari.
Medici con l’Africa Cuamm è presente a Cabo Delgado con 2 operatori internazionali e circa 20 locali, impegnati in attività che mirano a tutelare la salute di mamme e bambini, migliorando l’accesso ai servizi di assistenza al parto e al neonato, nei distretti di Pemba, Chiure e Montepuez (ospedale di Pemba, di Montepuez, di Chiure e nei centri di salute dell’area). Nell’ospedale di Monetpuez e nei centri di salute di riferimento, inoltre, si sta implementando un progetto di lotta alla malnutrizione. Infine, in collaborazione con le comunità e le strutture sanitarie locali, Medici con l’Africa Cuamm sta realizzando un intervento di lotta alla malaria, attraverso la formazione di attivisti che sappiano identificare e riferire i casi di malaria, nei bambini sotto i 5 anni.
«L’impatto sulla popolazione è stato inferiore rispetto a quello che ha causato il ciclone Idai sulla provincia di Beira, lo scorso marzo – afferma Giovanna De Meneghi, responsabile dei progetti Cuamm in Mozambico –. Per due motivi, principalmente: innanzitutto, il Nord è meno densamente popolato. In secondo luogo, perché le capanne sono costruite con fango e paglia. Vento e acqua le hanno distrutte, ma non ci sono stati danni collaterali, come a Beira, dove i tetti in lamiera sono finiti addosso alle persone, uccidendole». Il ciclone Kenneth era già passato al di sopra delle Isole Comore, lasciando dietro di sé tre vittime e danni.
«Come Cuamm stiamo monitorando con attenzione la situazione. I nostri stessi uffici sono stati allagati e stiamo valutando come poter aiutare la gente del posto, tra i quali i nostri collaboratori locali, alcuni dei quali hanno perso tutto», conclude De Meneghi.
(Ufficio Cuamm a Pemba)