«In Africa ho imparato il significato di resilienza: uomini, donne e bambini mi hanno insegnato a reagire, anche nella situazione più dura, nell’ambiente più ostile, cercando di adattarsi anche al cambiamento più devastante». Giorgio Dalle Molle, medico Cuamm, è impegnato a Beira dal 2011 come docente all’ Università Cattolica del Mozambico, dove insegna cardiologia a giovani specializzandi, sa cosa significa vivere un’emergenza e non avere la possibilità di comunicare per mesi, dovendo far fronte alle difficoltà più grandi, perché era in Mozambico nel 2000 quando una tragica alluvione colpì le province di Zambesia, Sofala e Gaza, provocando 800 vittime. «La forza della natura ha spazzato via in una notte tutto quello che in questi anni avevamo costruito insieme agli abitanti di Beira, con fatica e impegno, per un futuro migliore. Proprio quando il Mozambico iniziava a risollevarsi, il ciclone Idai lo ha messo in ginocchio».

Il ciclone Idai che si è abbattuto su Beira a metà marzo non ha risparmiato l’Università Cattolica del Mozambico, dove dal 2007 ad oggi il Cuamm ha aiutato a laurearsi oltre 300 ragazzi e ragazze divenuti medici al servizio del proprio paese. Le strutture dell’UCM sono state gravemente danneggiate dai forti venti e dalle violente piogge che hanno colpito i tetti e le coperture degli edifici del campus universitario. Le precipitazioni e gli allagamenti inoltre hanno fatto il loro ingresso nelle aule, nella biblioteca, nella copisteria interna e nei laboratori, rovinando libri, computer, attrezzature e materiali didattici. Attualmente gli studenti hanno ripreso le lezioni e si sono attivati per dare una mano mostrando tutto il loro desiderio di ripartire quanto prima con lo studio, la didattica e le altre attività. Dal momento che le aule sono ancora allagate e scoperchiate, si sono organizzati con soluzioni più “creative”, continuando a seguire le lezioni all’esterno. Alcuni studenti raccontano come la vita ricomincia dopo la catastrofe, alla ricerca di una “normalità” che è cambiata: «La mia casa non ha più il tetto e la pioggia ha bagnato quasi tutto quel che c’era dentro: libri, computer, telefono e scorte alimentari. Fortunatamente sono riuscito a salvarmi e oggi sono stato ospitato nella casa di un amico. Purtroppo la facoltà è fortemente danneggiata, in questo modo è davvero difficile proseguire il nostro percorso di studi, ma siamo tutti molto motivati a laurearci, abbiamo compiuto grandi sacrifici per arrivare fin qui e ora più che mai, vogliamo aiutare il nostro paese a risollevarsi» confida Jolasse Alfiado Massinga, studente al 3° anno della Facoltà di Scienze della Salute di Medicina.

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C’è ancora molto da fare per dare risposta all’emergenza e alla devastazione provocata dal ciclone. Per questo abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti per accompagnare gli studenti dell’UCM nel loro percorso di studi. Nell’immediato bisogna acquistare nuovi equipaggiamenti didattici, libri, computer e cancelleria in sostituzione dei materiali e degli equipaggiamenti andati danneggiati o distrutti. Inoltre dobbiamo continuare a sostenere gli studenti di Medicina attraverso le borse di studio, proprio ora che le famiglie dei ragazzi sono state colpite a loro volta dal ciclone e hanno maggiori difficoltà economiche e materiali. Vogliamo fare il possibile perché gli studenti non siano costretti a lasciare gli studi per mancanza di mezzi. Le borse di studio in questi anni hanno fatto molto per garantire il diritto allo studio degli studenti e per garantire al Mozambico nuovi medici!

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