Un milione e mezzo di persone colpite e un numero indefinito di vittime del Ciclone Idai, che si sta abbattendo in questi giorni su Mozambico, Malawi e Zimbabwe, secondo dati Onu e fonti governative ufficiali. In Mozambico la più colpita è la città di Beira. Drammatico il racconto che ci arriva dai nostri volontari in Mozambico.
«Le comunicazioni sono state interrotte per tutte le giornate di venerdì e sabato e non riuscivamo a metterci in contatto con i nostri medici a Beira – spiega Giovanna De Meneghi, coordinatore dei progetti di Medici con l’Africa Cuamm nel paese –. I racconti che ci sono arrivati sono davvero allarmanti. La città è distrutta, tralicci abbattuti, case scoperchiate, tetti di lamiera sparsi ovunque con quanto ha strappato il vento violento che soffiava a 170 chilometri orari seminando devastazione in tutta la città. Nell’Ospedale Centrale di Beira la situazione più difficile: il blocco operatorio è inagibile; così pure la Neonatologia (Berçario), che è stata spostata nel nuovo edificio della Pediatria, che a sua volta è stato scoperchiato. Il Pronto Soccorso, anch’esso scoperchiato, è senza acqua e luce, il pavimento è coperto da almeno 5 cm di fango e acqua. Tutto intorno un odore nauseabondo. In questa situazione, continuano ad arrivare corpi e feriti e l’ospedale cerca di rispondere come può, con turni da 48 ore. Anche i tetti degli edifici dell’Università Cattolica del Mozambico sono stati divelti dalla furia del ciclone».
Difficili le comunicazioni tra Maputo, capitale del Paese, dove si trova il coordinamento di Medici con l’Africa Cuamm, e Beira, dove l’organizzazione concentra da anni la maggior parte dei propri progetti, dedicati alla salute materno-infantile e la lotta all’Hiv.
«Sono stati colpiti i posti in cui i nostri volontari lavorano ogni giorno – spiega don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm – e siamo tutti con il fiato sospeso per quello che sta succedendo a Beira e in Mozambico in questi giorni. Il nostro staff è fortemente preoccupato, ma sta bene. La vera preoccupazione è per la popolazione, che con una forza incredibile si sta già mobilitando in autonomia per rendere agibili le strade. Stiamo trasferendo i nostri medici con più esperienza dalle altre aree del Mozambico a Beira, che è danneggiata per il 90% e su cui graveranno anche i bisogni di tutta la regione circostante, non ancora stimabili. Se non interveniamo subito rischiamo il diffondersi del colera, che già l’anno scorso ha colpito la zona ed è endemico nell’area. L’obiettivo primario è garantire, anche in emergenza, le attività dell’Ospedale di Beira e dei dieci centri di salute circostanti, perché tutti possano ricevere cure. Poi, dovremo pensare a ricostruire: abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti».
Anche gli aiuti umanitari internazionali si stanno mobilitando e Oms e l’Ufficio per le calamità del Governo mozambicano (INGC) sono già sul posto. Oggi sono in corso una serie di riunioni con il Ministero della Salute e tutti i partner coinvolti nell’emergenza in seguito alle quali si avrà un’indicazione più precisa delle necessità e dei fronti di intervento.
Tutto il personale espatriato di Medici con l’Africa Cuamm sta bene, alcuni giovani specializzandi sono stati evacuati a Maputo, mentre i medici con più esperienza si stanno spostando a Beira per portare aiuto. Non si sa ancora il numero complessivo delle vittime e non si hanno notizie sulle condizioni dell’entroterra.
(Foto prese dal web).
Leggi l’appello di don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm.
È possibile sostenere l’intervento di Medici con l’Africa Cuamm con una donazione su c/c postale 17101353 o con bonifico bancario Banca Etica (iban IT32C0501812101000011078904)
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