Augusta Ashun da luglio 2017 lavora nel distretto di Bonthe in Sierra Leone, insieme ad altri sei colleghi, per gestire il lavoro di 900 operatori di salute comunitari, in un progetto sostenuto da Unicef. Le è affidata la supervisione delle contee di Jon e Impei e di 12 centri di salute periferici, che devono essere riforniti e funzionanti.
Gli operatori di salute che Augusta gestisce sono stati scelti nelle diverse comunità e, oltre a seguire i training, hanno il compito di controllare la condizione di salute delle mamme e dei bambini dei villaggi in cui vivono, segnalando i casi di bambini malnutriti o malati. Devono anche assicurarsi che le donne incinte vadano nei centri a fare le visite prenatali e, soprattutto, a partorire in sicurezza.
Anche Augusta ha due figli e dice di essere felice del suo nuovo lavoro: «È bello e faticoso. Sono sempre in giro, in moto o a piedi, e bisogna avere molta pazienza con tutti, essere disposti a rispiegare le cose tante volte e cercare di farsi accettare nei villaggi, spesso mangiando con la gente. Questa è una parte importante, perché solo se passi del tempo insieme alle persone, condividi il cibo e alle volte ti fermi anche a dormire, allora la gente comincia a fidarsi di te e quindi di quello che rappresenti, ossia il sistema sanitario. Qui la gente non va molto in ospedale, ha paura, pensa solo al fatto che è lontano, scomodo e costoso».
«Io però sento che qualcosa sta cambiando: il sistema di riferimento dei parti è migliorato e le donne stanno andando a partorire nei centri di salute. È bello sapere che in questo anche io sto dando il mio contributo, sto servendo la mia gente!».