Compiere trent’anni a Yirol, in Sud Sudan, è un’esperienza emozionante e per questo merita di essere documentata. Crescere quattro figli da sola in una capanna senza acqua corrente ed elettricità a Tosamaganga, Tanzania, è vita quotidiana. E proprio per questo va documentata. Queste sono solo due storie, delle tante che ogni giorno ci raccontano dall’Africa. Storie di donne che si spendono le une per le altre.
A loro oggi va il nostro pensiero, perché la festa della donna ci ricorda ancora una volta il grande impegno rinnovato quest’anno a fianco delle mamme africane.
Compiere trent’anni a Yirol, in Sud Sudan, è un’esperienza emozionante e per questo merita di essere documentata.
Compiere trent’anni a Yirol
Compiere trent’anni è uno di quei traguardi che rimangono impressi nella memoria e per questo si cerca di vivere qualcosa di eccezionale, da non dimenticare. Ilaria di Nuzio, amministrativa Cuamm in Sud Sudan, a inizio marzo li ha festeggiati in un ambiente esclusivo, tra amici internazionali, selezionati e qualificati.
L’ambiente di Yirol è sicuramente esclusivo, almeno per la difficoltà che richiede arrivarci. Prima bisogna raggiungere il Sud Sudan e avere un valido motivo per farlo, perché non è previsto il visto turistico. Poi dall’aeroporto Internazionale di Juba servono dieci ore di auto e 500 chilometri di strada sterrata nella savana che nella stagione delle piogge raramente è percorribile per intero e nella stagione secca non sempre è sicura.
Per la sua festa, oltre all’ambiente esclusivo, Ilaria ha selezionato con cura la compagnia. Donne e uomini di 3 continenti, tra cuoche, guardiani, medici, amministratori, padri missionari, tecnici, logisti, infermieri, ostetriche, autisti, farmacisti e meccanici. Attorno a lei ha infatti riunito tutto il personale Cuamm che, ogni giorno, lavora all’ospedale di Yirol e che per qualche ora ha trasformato la veranda del compound in una sala da pranzo. È bastato un festone colorato e una tavola apparecchiata per dare l’idea del grande evento, mentre la musica di un telefono collegato a una cassa dava il ritmo della festa al suono di un rap africano.
Il menù di piatti locali prevedeva capra arrosto in salsa piccante, pesce fresco del lago di Yirol bollito o fritto condito con riso, fagioli (che non mancano mai) e pane fatto in casa. Per i brindisi si poteva scegliere tra Juba Cola e birra.
Una chitarra, qualche canzone conosciuta da tutti e la veranda si è trasformata in una sala da ballo, nella quale si muovevano persone strette dal senso di amicizia di chi, pur avendo storie e trascorsi diversi, vive e lavora fianco a fianco, lontano da casa.
Per prendere fiato durante le danze bastava allontanarsi di qualche metro dalla lampada solare sistemata sul tavolino. Pochi passi e ci si trovava immersi nel buio della notte africana, con le stelle che per una sera sembravano più vicine e luminose che mai.Ancora buon compleanno, Ilaria!
Flavio Bobbio
Daily Lydia di Marco Zuin
Film documentario che racconta la quotidianità di una mamma tanzana, che si occupa ogni giorno dei suoi quattro figli, sola. Una storia normale, come la definisce la sua protagonista chiedendo al regista perché voglia documentarla.