Medici con l’Africa Cuamm, nel 2016, si è presa cura di 206.850 persone malate di malaria in tutti e sette i paesi in cui opera.
Ad essere più esposti al rischio di contagio sono i bambini perché non hanno ancora sviluppato alcuna immunità. I due terzi delle morti per malaria riguarda proprio i bambini sotto i 5 anni: nel 2015 sono state 303.000 solo nell’Africa sub-sahariana. L’Africa è il continente che più di tutti soffre per questa malattia, che ancora oggi non solo è causa di morte ma anche di disabilità evitabili.
In Tanzania febbre e malaria sono sinonimi. Non c’è uomo, donna o bambino con due linee di temperatura che all’arrivo in OPD – Outpatient Department, una specie di pronto soccorso – non venga sottoposto al MRDT, il test rapido per la diagnosi di malaria. I pazienti in stato di coma e gravemente compromessi con i quali non sappiamo che pesci prendere li testiamo per la malaria con le dita incrociate, perché almeno quella sappiamo come curarla. Eppure si muore ancora di malaria, si muore eccome.
Il rischio principale è non arrivare in tempo, non riconoscere subito i sintomi e tardare quindi nelle cure. E per questo uno dei lavori principali che facciamo a livello di sanità pubblica è l’informazione perché le persone sappiano che la malaria si può prevenire e si può anche curare. Ma la rapidità è fondamentale. Medici con l’Africa Cuamm garantisce nei propri ospedali il trattamento farmacologico per curare i casi complicati.
C’è anche un vaccino contro la malaria, in fase di sperimentazione avanzata su circa 1 milione di bambini di 5 aree a rischio elevato. Se associato alle misure preventive sembra possa contribuire molto nel controllo della diffusione e della mortalità. Si parla però di numeri ancora da verificare, che si aggirano su una riduzione della malaria del 30%. Non sarà mai un “vaccino per turisti”, ma uno strumento da usare nelle popolazioni più a rischio in paesi in cui la trasmissione della malattia è elevata.
Giovanni Torelli – Medico specialista in Medicina Interna ed Ematologia partito per Tosamaganga, dove è impegnato nella gestione dell’ospedale e nell’attività clinica in corsia.
Il nostro lavoro di prevenzione e cura della malaria continua e si diffonde: proprio in queste ultime settimane abbiamo avviato un progetto nella provincia di Cabo Delgado, nel nord del Mozambico, dove la malaria ha un’incidenza del 25% ed è una delle maggiori cause di malattia.
Aiutaci anche tu, bastano 50 euro per donare un trattamento a un bambino malato di malaria.