Il 16 ottobre si celebra la “Giornata mondiale dell’alimentazione” che ci ricorda l’importanza «di vedere in ogni circostanza rispettati i diritti fondamentali della persona umana e, nel nostro caso, della persona che ha fame», come ha sottolineato Papa Francesco in un suo discorso alla Fao.
In 10 ospedali, nei 7 Paesi di intervento, nonostante i contesti diversi, Medici con l’Africa Cuamm interviene a ogni livello del sistema sanitario per assicurare controlli e cure, soprattutto durante la gravidanza e la prima infanzia. La malnutrizione comincia infatti già nei primi giorni di vita del feto e ha conseguenze irreversibili sulla crescita fisica, intellettuale e sociale del bambino, compromettendo tutta la sua vita futura.
In Sud Sudan, oggi martoriato da guerra e carestia, il Cuamm si impegna per contrastare l’emergenza e contenere l’esodo di profughi che cercano altrove una possibilità di salvezza.
«La mamma del piccolo Monday è venuta a cercare aiuto all’ospedale di Yirol» ci racconta Paola Marcon, infermiera Cuamm in Sud Sudan. «Il marito era stato ucciso dai guerriglieri e lei non aveva abbastanza latte per nutrire il figlio. Li abbiamo subito presi in cura, visitando entrambi e fornendo alla donna latte in polvere, con la promessa di dargliene altro se fosse venuta a mostrarci il bambino ogni mese. Quando per Monday è arrivato il tempo dello svezzamento abbiamo aggiunto anche il plumpynat, un alimento ad alto contenuto energetico. Dopo tre mesi ho rivisto il bambino ma l’ho riconosciuto solo perché era assieme alla sua mamma: adesso è sano e in salute e presto potrà fare a meno del nostro supporto».
Il Cuamm sviluppa un progetto importante anche in Tanzania, un paese che, pur senza conflitti, registra numerosi casi di malnutrizione.
«Il problema non è solo la scarsità di alimenti» racconta Zakaria, referente Cuamm a Bariadi. «Spesso la mancanza di informazione può essere altrettanto pericolosa. Seguendo vecchie tradizioni le donne cucinano pasti che non sono abbastanza equilibrati e nutrienti, con gravi ripercussioni sulla salute dei loro figli. Per questo in Tanzania facciamo anche molte attività di sensibilizzazione: spieghiamo l’importanza di una dieta varia, che sia ricca di vitamine e proteine e di quanto sia importante accompagnare verdure fresche alla carne o ai legumi. Andiamo nei villaggi, accendiamo il fuoco e mostriamo alle donne come realizzare alcune ricette semplici con quello che hanno a disposizione».
Così è anche in Angola, Etiopia, Mozambico, Sierra Leone e Uganda dove, grazie alle reti di operatori comunitari e a strutture attrezzate, il Cuamm si impegna per affrontare le emergenze ma anche per sensibilizzare. Prendersi cura dei bambini oggi significa formare adulti che domani potranno dare il loro contributo all’intera comunità e al suo sviluppo.
Anche di questo daremo conto all’Annual Meeting dell’11 novembre, al Teatro della Luna di Assago (Milano), dove presenteremo i risultati del primo anno di “Prima le mamme e i bambini. 1000 di questi giorni” portando, come sempre, al centro dell’attenzione l’Africa, i suoi problemi e le sue sfide.