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Presentati oggi a Bologna, in un Teatro Manzoni gremito (oltre 1.500 le persone coinvolte), i dati del secondo anno del programma “Prima le mamme e i bambini. 1000 di questi giorni”. Grandi numeri, dietro i quali ci sono persone, volti, storie di gente che ha bisogno, di persone che hanno voglia di mettersi in gioco e fare la propria parte per la salute degli ultimi in Africa.
Ad aprire l’evento, la testimonianza di Damiano Cantone, il giovane medico sopravvissuto ad ottobre all’incidente aereo a Yirol, in Sud Sudan, in collegamento da Catania: «Adesso il peggio è passato, sto benone! Ho scelto il Sud Sudan perché volevo accettare una sfida impegnativa e ora ci voglio tornare. Dopo l’incidente, dopo essere stato salvato dalle persone che io dovevo aiutare, sento di dovere molto a queste persone, ancora di più di quando sono partito».
L’Annual meeting è stata l’occasione per presentare i risultati dei primi due anni del grande progetto “Prima le mamme e i bambini” di Medici con l’Africa Cuamm:
– 117.541 parti assistiti, ovvero il 37% dell’obiettivo da raggiungere in 5 anni;
– 526.650 visite pre e post natali, che corrisponde al 72% del target promesso;
– 4.794 bambini malnutriti gravi, che è circa il 50% dell’obiettivo dell’intero programma.
E ancora: 7.658 trasporti in ambulanza, 1.816 operatori comunitari e 1.191 operatori sanitari formati, 30.216 incontri comunitari e 35.975 cooking demonstration realizzati.
Tra i primi a intervenire, Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia Romagna: «Nei prossimi decenni tanto meglio starà l’Africa, tanto meglio staremo noi. Speriamo che l’Arica diventi un’opportunità e non solo un problema, la Regione già sta investendo sia in termini di aiuti umanitari che di occasioni di sviluppo create sul campo».
(Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia-Romagna)
La crisi del Sud Sudan al centro dell’intervento di Mons. Matteo Zuppi: «La guerra in Sud Sudan è quella tra le più dimenticate nel mondo – ha ricordato l’arcivescovo di Bologna, spiegando perché la Cei ha deciso di impegnarsi sostenendo progetti di cooperazione nel paese –. Don Dante mi ha chiesto di andare a visitare il Sud Sudan e vedere il lavoro del Cuamm e ci vado molto volentieri, perché penso che da ogni incontro debba nascere qualcosa e questo evento di oggi a Bologna è solo l’inizio di un cammino insieme. Siamo sulla strada giusta, ma bisogna percorrerla insieme, con coraggio per il futuro dell’Africa».
(Matteo Mons. Zuppi Arcivescovo di Bologna)
(Loi Thou Direttore generale Ministero della Sanità, Sud Sudan)
Un esempio positivo di collaborazione tra privato e non profit, si ha nell’ospedale di Wolisso, in Etiopia, dove è stato installato un impianto fotovoltaico attivo a breve, grazie al supporto di Enel Greenpower: «Sono rimasto colpito dalla storia di un donna, medico, moglie e mamma di tre figli, che è partita con la famiglia ed è stata un anno a Wolisso: è un esempio e uno sprone per ciascuno di noi, loro sono i veri eroi», ha detto Antonio Cammisecra, presidente Enel Greenpower.
(Antonio Cammisecra, Ceo di Enel Green Power)
Dal Sud Sudan e l’Etiopia, si è passati all’ultima frontiera aperta da Medici con l’Africa Cuamm, la Repubblica Centrafricana: «A Bangui, in Repubblica Centrafricana, l’Ospedale Bambino Gesù e il Cuamm hanno avviato una importante collaborazione: noi ci occuperemo per lo più della formazione del personale dell’ospedale pediatrico – sostenuto, su espressa volontà del Pontefice, a partire dall’ultimo Giubileo – mentre Medici con l’Africa Cuamm si occuperà della gestione in coordinamento con il personale locale», ha spiegato Mariella Enoc, presidente dell’Ospedale Bambino Gesù.
(Mariella Enoc, Presidente Ospedale Bambino Gesù)
«A Bangui siamo intervenuti subito, continueremo a intervenire per rafforzare la capacità di resilienza della popolazione della repubblica Centrafricana», ha detto Giorgio Marrapodi, direttore Cooperazione allo sviluppo, Ministero Affari esteri.
(Giorgio Marrapodi, Direttore Cooperazione allo Sviluppo, Ministero Affari Esteri)
Stefano Manservisi, direttore generale Divisione Cooperazione Internazionale e sviluppo della Commissione Europea ha sottolineato: «La sfida più grande per un ospedale come quello di Bangui è passare da una gestione di emergenza a una strutturale, inserendolo nel sistema sanitario. Il Cuamm ha la capacità di farlo».
(Stefano Manservisi Direttore Divisione Cooperazione e Sviluppo, Commissione Europea)
Non sono mancate le voci di esponenti del mondo della comunicazione: «Grazie a un viaggio in Sierra Leone con il Cuamm ho avuto la possibilità di vedere il mondo da un’altra prospettiva, ho imparato molto e dovremmo farlo tutti», Paolo Ruffini, Prefetto del Dicastero vaticano per la Comunicazione.
(Paolo Ruffini Prefetto del Dicastero vaticano per Comunicazione)
«Sono qui in rappresentanza anche di tutti gli editori italiani a cui non mancherò di sollecitare l’impegno a una corretta e approfondita comunicazione sull’Africa», ha sottolineato Andrea Riffeser Monti, presidente e AD Monrif e presidente FIEG.
(Andrea Rìffeser Monti Presidente QN e Federazione Italiana Editori Giornali)
(Donata Dalla Riva, settore progetti Cuamm)
(Donald Maziku, ginecologo e Giovanni Torelli, direttore sanitario a Tosamaganga, in Tanzania)
Elisabetta Belloni, Segretario generale del Ministero Affari Esteri e della Cooperazione internazionale ha affermato: «L’Africa rappresenta il futuro, sia per l’Italia che per l’Europa. È nostro interesse creare un partenariato, che presuppone l’identificazione di un percorso, da sviluppare insieme. Io rappresento le istituzioni, che devono mettere a disposizione le risorse, ma anche uno stimolo politico alla creazione di questo percorso. Ho visto il Cuamm operare sul terreno, mi ha colpito la capacità dei suoi volontari di curare la formazione, riflettendo costantemente su come rendere efficace il proprio lavoro».
(Elisabetta Belloni, Segretario generale del Ministero Affari Esteri e della Cooperazione internazionale)
La chiusura a don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm: «Prima le mamme i bambini non è solo un progetto, sta diventando la nostra vita. Quando dormi in un ospedale africano e senti il pianto di una mamma, ti resta una ferita che non cancelli mai più. Il mondo si sta sempre di più arrabbiando, l’Africa ci insegna a rispondere ai problemi con il sorriso. Se ci sono giovani come Damiano, non dobbiamo mai perdere la fiducia e coltivare il sogno di un mondo più bello, più giusto, più felice per tutti», ha concluso.
In Piazza del Nettuno, davanti all’installazione #ioconlafrica, la conclusione del meeting, dove si sono susseguite le testimonianze di tante forme di vicinanza all’Africa: volontari sul campo e Ferrovieri con l’Africa. A dare il benvenuto della città di Bologna che fino al 17 novembre ospiterà l’installazione, l’assessore alla cultura del Comune Matteo Lepore: «Bologna è felice di ospitarvi e di essere con voi, con l’Africa».
(Matteo Lepore, Assessore alla cultura del Comune di Bologna)
Il finale a Romano Prodi, Presidente della Fondazione per la collaborazione tra i popoli, che ha detto: «C’è un attesa, un’attenzione, c’è simpatia per l’Italia da parte dell’Africa. Il ponte che il Cuamm ha lanciato con l’Africa, ormai quasi 70 anni fa, diventa una catena per cambiare la nostra percezione. Noi non ci rendiamo conto che da un rapporto corretto e serio con l’Africa dipende il nostro futuro».
(Piero Badaloni, Tiziana Ferrario, Mons. Zuppi, Romano Prodi, Assessore Lepore, don Dante Carraro)
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