«Ricordo tanta gente! L’emozione della preparazione, la gioia per la gente, i primi passi per il rispetto del diritto alla salute erano stati fatti, si stavano mettendo le basi, nonostante l’incertezza e la speranza, per una nuova stabilità e pace. La gente che veniva da ogni dove, a piedi, con le barche, la festa, il ballo notturno, la preparazione. E poi Endria, Rinaldo, Roberto, Antonio e tutto lo staff…e il Cuamm venuto da Padova, don Luigi, Monica, Anna, Nicola. E ancora don Mazzolari, P. Parlade. La gioia di esserci stata e aver contribuito, seppur nel piccolo e nella semplicità, a questa nuova, giusta opportunità per le mamme, i bambini e la popolazione di Yirol». È il 16 febbraio 2008. A ricordare quel giorno speciale a Yirol, in Sud Sudan, è Mariangela Galli, infermiera Cuamm.
Sono trascorsi 10 anni dal giorno in cui è stato riaperto l’ospedale di Yirol. Un lavoro di grande sinergia tra Medici con l’Africa Cuamm e un “sistema Italia” capace di mettere insieme l’ingegno e la generosità di molti, attraverso il Dipartimento della Protezione Civile del Governo Italiano, con a capo Guido Bertolaso, che ha finanziato non solo la ristrutturazione dell’ospedale e ma anche la riabilitazione del vicino Ponte Italia, indispensabile per permettere gli spostamenti dell’area. Tanta strada è stata percorsa, molti i risultati raggiunti: da 20 a 103 letti disponibili; da 600 parti (nel 2008) a 1.398 (nel 2017); dai 1.995 ricoveri registrati nel 2009, ai 12.692 dello scorso anno. E ancora: 28.811 visite ambulatoriali pediatriche,29.467 visite ambulatoriali, 4.129 prime visite prenatali… solo nell’ultimo anno. Un grande volume di cure offerte alla popolazione grazie al lavoro e alla dedizione di medici, infermieri e altre figure professionali, locali ed espatriati, e a quanti hanno sostenuto l’intervento del Cuamm in tanti anni.
Ora la popolazione di Yirol e del territorio circostante può contare su un ospedale ben strutturato, con il blocco operatorio, i reparti di Maternità, Pediatria e Medicina. Ci sono la Farmacia, il Laboratorio per le analisi e il Centro di formazione per il personale locale. Il Pronto soccorso, il Centro MCH (Maternity Child Health), ovvero la struttura che si occupa dei servizi sanitari dedicati a mamme e bambini (vaccinazioni, visite pre-natali, screening della nutrizione). Nel 2015 è stata costruita una Casa di attesa per accogliere le donne prima del parto. È inoltre attivo un servizio di ambulanza H24 per gestire le emergenze che, solo nel 2016, ha effettuato 3.986 uscite.
Non sono mancati i momenti difficili, come la gestione dell’emergenza sfollati del 2011 e gli scontri dovuti alla guerra civile scoppiata tra il 2014 e il 2015, ma il Cuamm ha continuato la sua opera silenziosa e concreta. «La sfida è cominciata ed è forse, tra le molte affrontate negli anni, la più difficile e impegnativa. Ma questa è la nostra missione», diceva don Luigi Mazzucato, quel giorno di dieci anni fa.
Una missione che di recente ci ha chiamati ad affrontare una nuova sfida: quella dell’Emergenza Fame che si è abbattuta nel paese e in particolare nella regione di Nyal, lo scorso anno. Ora sono operativi ben 15 operatori, tra ostetriche tradizionali, Community Health Workers e personale addetto alle vaccinazioni, divisi tra i quattro posti di salute e le cliniche mobili. Percorrono le zone più impervie e raggiungono, attraverso il Nilo, le persone più isolate per assicurare visite prenatali complete, vaccinazioni, valutazione e trattamento della malnutrizione.