L’amicizia profonda, sincera, tra di voi, costituisce la base per l’amicizia per i popoli africani. E come la solidarietà, che è il motore primario del vostro impegno, sia sempre accompagnata da conoscenza dei problemi, competenza nell’affrontarli, efficacia nelle scelte compiute – Presidente Sergio Mattarella
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Si è tenuto oggi, 5 novembre, a Padova il meeting annuale di Medici con l’Africa Cuamm per presentare i dati finali del grande programma “Prima le mamme e i bambini” e rilanciare la nuova sfida che impegnerà il Cuamm per i prossimi 5 anni. Oltre 2.500 persone hanno partecipato al Gran Teatro Geox, dalle 11 alle 12.30 a un evento unico alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella per la prima volta a Padova, e del Segretario di Stato del Vaticano, Card. Pietro Parolin. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha concluso con un lungo e sentito discorso.
Sono molto lieto di portare il mio augurio, qui a Padova, al convegno annuale di Medici con l’Africa – Cuamm, una tra le Ong più antiche nel nostro Paese. Giorni fa ero a Gerusalemme e da lì sono andato a Gerico per una iniziativa importante della nostra Cooperazione. Scendendo mi è venuta in mente la parabola di un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e per sua fortuna dopo i ladroni incontrò il buon samaritano e lì ho pensato al CUAMM e a questo appuntamento di oggi. Desidero subito ricordare la luminosa e alta figura di don Luigi Mazzucato, recentemente scomparso, il cui spirito tuttora vive nell’associazione e ne informa comportamenti, ideali e metodologia di azione. Vorrei iniziare con una sua frase, perché il suo contenuto rappresenta davvero un lascito morale. Diceva don Mazzucato ai suoi amici e collaboratori: “Non dobbiamo mai perdere il culto dell’amicizia e il senso della famiglia. Se diventassimo la migliore Ong-azienda ma non fossimo più comunità, famiglia, come oggi siamo, sarebbe la morte del Cuamm nel suo valore intimo più inestimabile. Questo non deve avvenire mai, perché questo è il segreto della nostra vitalità. Quell’amicizia di cui parlava Don Mazzucato, amicizia profonda, sincera, tra di voi, costituisce la base per l’amicizia per i popoli africani; e la vitalità di cui parlava è quella di spunti, idee e realizzazioni, che anche oggi avete ribadito con la concretezza e l’entusiasmo che vi contrassegnano. Come la solidarietà, che è il motore primario del vostro impegno, sia sempre accompagnata da conoscenza dei problemi, competenza nell’affrontarli, efficacia nelle scelte compiute. Tenere tanti milioni di persone in condizioni di povertà, chiudere gli occhi di fronte alle guerre e alle catastrofi naturali, significa sottrarsi a un dovere storico. Inoltre ha per noi un costo non solo umano, sociale e politico, ma anche economico, dalle proporzioni difficilmente calcolabili. Ogni euro ben speso in cooperazione, in aiuti allo sviluppo, in integrazione con i Paesi africani comporta, in realtà, anche un investimento per il nostro futuro e per il futuro dei nostri giovani. Caro Don Dante, cari operatori del Cuamm, sono passati più di sessant’anni da quando, per felice intuizione del professore Francesco Canova e con l’appoggio del vescovo di Padova Girolamo Bortignon, nacque il Collegio Universitario Aspiranti Medici Missionari, con il proposito di formare medici desiderosi di prestare un periodo di volontariato nei Paesi Africani, periodo spesso diventato molto lungo. Sembrava, allora, una piccola cosa, il sogno impossibile di un pugno di volenterosi. Se guardiamo indietro, alla vostra storia, alle vostre realizzazioni, alle vite salvate, alle sofferenze lenite, abbiamo la percezione concreta di quanto grande sia stato il cammino compiuto. Rinnovandovi il mio saluto e il mio apprezzamento più grande, vorrei concludere citando un antico proverbio africano: “Se si sogna da soli, è solo un sogno. Se si sogna insieme, è la realtà che comincia”. Continuate a sognare e a realizzare, insieme.
Il Segretario di Stato del Vaticano, card. Pietro Parolin rispondendo alle domande di Piero Badaloni ha affermato:
Mi pare importante sottolineare questa radice del Cuamm: nasce da una scelta evangelica, dall’impegno per seguire le parole di Gesù. “Andate e curate i malati”, questa radice non si è disseccata. Il Vangelo ci insegna ad essere attenti ad ogni persona che ha bisogno. Conosciamo tutti l’insistenza con cui Papa Francesco lotta contro questa cultura dell’indifferenza, quella del Cuamm è una risposta molto concreta e bella in questo senso. Bisogna fare un’alleanza di fraternità nel mondo, occuparsi dei poveri tra i poveri e aiutarli a crescere.
Il Ministro degli Affari Esteri Paolo Gentiloni ha sottolineato:
Voi del Cuamm fate onore all’Italia e credo che l’Italia sia orgogliosa di voi. Possiamo impegnarci di più nella cooperazione, già questo governo ha raddoppiato i fondi, non sono grandi cifre, ma è già qualcosa. L’Italia può cambiare il modo in cui si guarda all’Africa, è necessario puntare su uno sviluppo di qualità, forme quali energie rinnovabili, il ruolo della donna, la trasformazione dell’agricoltura. E per quanto riguarda il problema dell’immigrazione bisogna fare di più e meglio, bisogna lavorare con i governi locali per bloccare i trafficanti e contemporaneamente aiutarli qui.
Romano Prodi, che non ha mai mancato agli appuntamenti annuali del Cuamm, ha precisato:
Il Cuamm è un esempio di straordinaria continuità, in un paese in cui tutto è provvisorio e si disfa ciò che si fa in precedenza. Gestire i flussi migratori non è il mestiere del Cuamm, ma una politica che l’Europa non ha ancora affrontato. Purtroppo ora l’Europa sta vivendo una fase in cui è tornato il dominio degli interessi nazionali. Abbiamo bisogno di picchiare contro il muro della storia, di fronte alla Cina, agli Stati Uniti e alla globalizzazione la frammentazione è un suicidio.
Don Dante Carraro, Direttore del Cuamm, afferma
Nei prossimi 5 anni passeremo da un impegno di 5 a 15 milioni di euro. È una cifra che fa tremare i polsi ma con l’aiuto di tutti ce la possiamo fare, qualcuno può dare tempo, altri una preghiera, altri ancora sostegno qualcuno può andare in Africa. Quello che ci interessa soprattutto, che fa la differenza, è che queste persone, queste vite entrino dentro di noi e segnino i nostri cuori.
In 5 anni, tanto è stato fatto in Angola, Etiopia, Tanzania e Uganda e i dati raccolti lo dimostrano: quasi 135.000 parti assistiti, (mamme e bambini aiutati nel momento più difficile, quello del parto). Di questi 94.570 sono stati effettuati nei centri periferici e 40.370 negli ospedali. 308.102 visite prenatali effettuate, 5.929 trasporti in ambulanza garantiti ai casi più complicati e 590 il numero di personale locale formato. E per i prossimi 5 anni, Medici con l’Africa Cuamm lancia una sfida ancora più grande: il nuovo programma “Prima le mamme e i bambini. NutriAMOli” prenderà il via concretamente nel 2017 estendendosi da 4 a 7 paesi dell’Africa sub-Sahariana (Angola, Etiopia, Mozambico, Tanzania, Sierra Leone, Sud Sudan, Uganda), e da 4 a 10 ospedali e nei territori di intervento e si pone come obiettivi di:
- garantire 320.000 parti assistiti (assistendo così mamme e bambini);
- curare 10.000 bambini malnutriti acuti gravi e
- seguire nella crescita 50.000 bambini in modo da contrastarne la malnutrizione cronica.
Si allargherà, quindi, l’intervento dal momento del parto ai “1000 giorni”, ovvero il periodo che va dall’inizio della gravidanza ai due anni. Sempre mamme e bambini al centro, ma con interventi mirati a sostenere la donna e la sua salute in gravidanza, ad aiutarla nel parto affinché avvenga in modo sicuro e con personale competente, fino alle diverse fasi di crescita del bambino dall’allattamento esclusivo al seno, allo svezzamento e alla controllo della crescita fino ai due anni di età. Un’attenzione particolare sarà data alla malnutrizione, perché oggi sappiamo che quasi il 50% dei bambini che muoiono in Africa sono malnutriti.