papafrancesco

Era stato il nostro auspicio e la nostra speranza. Un Papa “minore”, umile e povero con i poveri.

Si presenta dal balcone di Piazza San Pietro, osserva la tanta gente raccolta e, dopo un attimo di sospensione, inizia: “Fratelli e sorelle, buonasera!”. Il nuovo Papa ci saluta dicendo “buonasera”: è il saluto semplice e feriale di tutte le donne e gli uomini del mondo!

Un Papa vicino, che parla con le stesse nostre parole. E poi prega con il Pater, Ave e Gloria: sono le preghiere più umili e antiche della Chiesa, quelle che usano anche i poveri. Un Papa che prima di darci la benedizione si inchina e la chiede a noi, quasi a dirci che ha bisogno assoluto del nostro aiuto e della nostra vicinanza. E infine un Papa che vuole il nome di Francesco, come quello di Assisi che ha cambiato la storia e il mondo stando vicino ai poveri, abbracciando i lebbrosi, solo con un saio e un paio di sandali.

Don Dante Carraro –  direttore di Medici con l’Africa Cuamm

 

 

 

 


Leggi anche “Il nuovo Papa: le speranze del Cuamm”, breve raccolta di articoli pubblicati su Il Mattino di Padova e Il Corriere del Veneto con le interviste a don Dante Carraro:

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