Lo scorso 14 febbraio si è svolto ad Iringa, in Tanzania, un workshop di tre giorni organizzato da Medici con l’Africa Cuamm nell’ambito dell’intervento per migliorare la gestione del personale sanitario nei distretti di Iringa e Ludewa.
L’incontro, aperto ai partner privati e pubblici, tra i quali anche alcuni interlocutori del Ministero della salute tanzaniano, è stata l’occasione di condividere le buone pratiche a due anni esatti dall’avvio del progetto “Health Human Resources: a challenge to be met in strong partnership”, realizzato con il finanziamento dell’Unione Europea.
In Tanzania, come in molti altri Paesi dell’Africa sub sahariana, i servizi sanitari soffrono la mancanza di personale preparato, numericamente adeguato a rispondere agli immensi bisogni, con la giusta competenza e la necessaria motivazione. Capita inoltre di trovare molti medici e infermieri nelle città, dove la qualità di vita è più attraente, rispetto alle aree rurali, come nelle regioni di Iringa e Njombe. Qui Medici con l’Africa Cuamm lavora nei distretti di Iringa Council e Ludewa per fare in modo che lo staff sanitario sia più motivato a restare sul posto, fornendo assistenza tecnica e finanziaria alle autorità sanitarie locali.
“A Ludewa – spiega il dr. Giuseppe Baracca, capo progetto di Medici con l’Africa Cuamm – i medici, finito il loro lavoro, devono andare a lavorare i campi, cercare l’acqua, prendere la legna: questo significa vivere nell’Africa rurale. Per migliorare la qualità di vita dei professionisti della salute impiegati in queste zone, la nostra strategia prevede tra l’altro anche la riabilitazione e l’equipaggiamento delle strutture: finora l’intervento ha coinvolto 10 case per lo staff e 7 Dispensari. Per agire sulla motivazione dei nostri colleghi, inoltre, siamo intervenuti con incentivi economici e supervisioni tecniche regolari”.
Il progetto guarda anche alla formazione di nuove risorse umane: a tale scopo, il Cuamm ha finanziato 18 borse di studio biennali per altrettanti giovani meritevoli, ma socialmente svantaggiati, che ora frequentano la Scuola per Infermieri e Ostetriche di Lugarawa. Una volta diplomati, questi studenti saranno assegnati al distretto di provenienza. La Scuola viene sostenuta anche in termini di assistenza didattica e di fornitura di equipaggiamenti vari (dai manichini anatomici ai PC, passando per i manuali destinati alla biblioteca scientifica).
In questo contesto, il workshop svoltosi a Iringa il mese scorso è stata un’occasione per rinsaldare il partenariato tra settore pubblico e società civile, rappresentata dalle Diocesi Cattoliche di Iringa e Njombe. Queste ultime, in particolare, sono attori privilegiati tanto nella provvigione di servizi sanitari private
not for profit, quanto nella formazione professionale in quanto gestori delle due Scuole per Infermieri ed Ostetriche di Lugarawa e Tosamaganga.
“Sono molte le difficoltà – conclude Baracca – che incontriamo ogni giorno nell’attuazione di questo progetto. Non possiamo dimenticare, per esempio, che i due distretti distano tra loro 500 km: durante la stagione delle piogge, questa distanza significa almeno 12 ore di viaggio in macchina. Internet e telefono non sempre sono affidabili per coprire le distanze. Ci sono però anche tanti altri aspetti di questo progetto che mi danno grandi soddisfazioni, come per esempio lavorare con i tanzaniani: sono affascinato dalla loro educazione e dalla loro tenace volontà di collaborare in un contesto così difficile”.